Il Palio di Siena è la corsa di cavalli storica più famosa d’Italia, ma non è una manifestazione organizzata a scopo turistico: scopriamo di più su questo evento
Tra le tre e le quattro del pomeriggio, un primo scoppio in Piazza del Campo a Siena segnalerà alla folla che il primo Palio dell’anno, quello del 2 luglio dedicato alla Madonna di Provenzano, sta per iniziare.
Un secondo avviso seguirà e, verso le cinque, la piazza verrà chiusa per l’inizio del corteo storico, che durerà circa due ore (la diretta su La7 inizierà intorno alle 17). Alle 19:30, i cavalli usciranno dal Palazzo Pubblico e si avvicineranno alla linea di partenza. Scopriamo di più sul Palio di Siena!
Palio di Siena, tutto quello che bisogna sapere sulla gara
Nel Palio, dieci delle 17 contrade di Siena si sfidano a turno, scelte per sorteggio. Questo rende l’evento unico e, in molti aspetti, difficile da comprendere per chi non lo conosce bene. Ogni contrada rappresenta una zona specifica della città, con amicizie e rivalità che spesso possono influenzare l’esito della gara, conosciuta a Siena come “carriera”.
Le contrade che parteciperanno al Palio di Provenzano sono Aquila, Selva, Giraffa, Nicchio, Tartuca, Istrice, Torre, Onda, Drago e Chiocciola. Tra queste, due rivalità sono degne di nota: quella tra Onda e Torre, più sentita dalla prima, e quella tra Tartuca e Chiocciola, molto accesa da entrambe le parti, come dimostrato dagli scontri tra fantini e le quasi risse durante le prove precedenti (ne abbiamo parlato qui).
I cavalli sono stati assegnati giovedì in modo casuale, rivelando una grande favorita: la Selva, che correrà con Violenta da Clodia, la cavalla vincitrice del Palio dello scorso agosto e detentrice del record della pista.
La Selva ha inoltre ingaggiato il miglior fantino in attività, Giovanni Atzeni detto “Tittia”, nove volte vincitore al Palio. Tra le contrade meglio quotate ci sono l’Onda, con il cavallo Viso d’angelo e il fantino Carlo Sanna detto “Brigante”, e la Torre, con Zio Frac montato da Giuseppe Zedde detto “Gingillo”. Una possibile sorpresa è la Chiocciola, con Anda e Bola e il fantino esperto Jonatan Bartoletti detto “Scompiglio”.
Quando una contrada ottiene un cavallo favorito, tende a ingaggiare uno dei migliori fantini per massimizzare le sue probabilità di vittoria. Può anche offrire incentivi ai fantini di contrade sfavorite, magari alleate o neutrali, per ostacolare una rivale o un’altra favorita.
Questo dipende anche dalle risorse finanziarie della contrada, dato che vincere un Palio può costare centinaia di migliaia di euro. Se una contrada ha un cavallo con poche possibilità di vittoria, potrebbe invece cercare di rovinare il Palio a una rivale. Questi fattori aumentano il rischio di sorprese durante la gara.
A causa del maltempo, negli ultimi giorni si sono disputate solo quattro delle sei prove previste e questo potrebbe aver favorito i cavalli più esperti. Durante le prove non si sono verificati incidenti, a parte alcune tensioni tra i contradaioli di Chiocciola e Tartuca.
Dopo le sette di sera, cavalli e fantini — che cavalcano senza sella — entreranno sulla pista di tufo preparata in piazza e si posizioneranno per la partenza. Il “mossiere”, incaricato di gestire la partenza, estrarrà la busta contenente l’ordine di ingresso dei cavalli nel “canape”, la zona di partenza delimitata da due corde.
Per un cavallo, l’ordine di ingresso nel canape può influenzare significativamente la partenza e, quindi, l’esito della gara: solitamente le prime quattro posizioni sono le più ambite.
La partenza avviene quando il cavallo “di rincorsa”, cioè l’ultimo estratto, entra nel canape; questo cavallo è posizionato inizialmente all’esterno e dietro gli altri.
A volte l’attesa dura pochi minuti, altre volte può protrarsi a lungo, a seconda delle dinamiche tra contrade rivali e alleate. Il fantino di rincorsa sceglie di far partire il Palio quando i cavalli delle contrade rivali sono mal posizionati o quando quelli delle contrade alleate sono in posizione favorevole.
Il Palio viene vinto dal cavallo, con o senza fantino (in questo caso “scosso”), che completa per primo tre giri in senso orario della piazza.
Per la città il Palio dura tutto l’anno, ecco perché
Per il centro storico di Siena, il Palio dura due settimane specifiche ogni anno: una porta al 2 luglio, l’altra al 16 agosto. Per chi lo guarda in televisione durante i telegiornali serali è solo questione di minuti, al massimo un paio di ore, fatte per lo più di attesa e poi di una corsa tanto intensa quanto breve.
Queste tre diverse percezioni rappresentano ciò che il Palio di Siena è stato e ciò che è diventato dal Seicento, quando si iniziò a correre “alla lunga”, su un percorso lineare, e poi “alla tonda” con gli attuali tre giri in senso orario di Piazza del Campo.
È parte integrante della vita di Siena, ma anche un grande impegno organizzativo e un’attrazione turistica e televisiva: ogni Palio supera il milione di telespettatori e trasmetterlo per quattro anni costa circa mezzo milione di euro.
Può essere considerato una rievocazione storica, tra le più famose e longeve al mondo, ma a differenza di molte altre, vive ancora nel presente. È alimentato da significati, sentimenti e interessi concreti che ancora oggi sostengono l’esistenza e le attività delle diciassette contrade di Siena.
Il Palio richiede alle 10 contrade estratte massimo impegno e le rende visibili nella vita quotidiana della città: i contradaioli indossano i loro colori e le strade dei vari quartieri, decorate a tema, ospitano grandi pasti popolari, in particolare la cena “propiziatoria” della sera prima della corsa.
Le contrade sono entità comparabili ad associazioni di quartiere, ma molto più radicate, presenti e indipendenti rispetto a quelle delle altre città italiane. Ogni contrada è una piccola città nella città, con confini, riti, luoghi di ritrovo e persino gemellaggi con altre città italiane per motivi diversi da quelli ufficiali di Siena: per esempio, la Lupa è gemellata con Roma, l’Aquila con L’Aquila, la Chiocciola con Venezia e l’Oca con Trieste.
Ogni contrada è governata da un’assemblea che elegge periodicamente i dirigenti responsabili delle attività e delle funzioni rappresentative. Due figure principali sono i priori, che gestiscono la contrada tutto l’anno, e i capitani, che prendono il comando solo per la gestione del Palio, una competizione che può costare centinaia di migliaia di euro.
I capitani si concentrano sulle loro responsabilità principalmente nelle settimane intorno al Palio, iniziando seriamente la mattina del terzo giorno precedente la gara con l’assegnazione dei cavalli.
Le valutazioni e le selezioni dei cavalli sono spesso circondate da segretezza e strategie note solo ai dirigenti delle contrade, i quali a loro volta possono non essere del tutto certi delle qualità dei cavalli, conosciute in maniera più approfondita da proprietari, allenatori, spesso i fantini e pochi altri.
Certi sono solo i requisiti richiesti dal regolamento: cavalli di razza non troppo veloce, di almeno 5 anni e giudicati adatti dalla commissione veterinaria che, durante i giorni del Palio, dalle “prove di notte” precedenti la tratta, può decidere se ritirarli o meno, anche per precauzione.
In Piazza del Campo, ogni contrada è rappresentata dal fantino e dal cavallo che ne indossano i colori, ma è il cavallo il vero rappresentante, poiché può vincere anche da “scosso” (senza fantino) ed è incorruttibile.
Oggi i fantini sono professionisti a tutti gli effetti, dedicandosi esclusivamente al Palio e venendo pagati decine di migliaia di euro dalle contrade che li ingaggiano. Non ci sono regole che impediscono loro di ricevere compensi da altre contrade per altri scopi.
I fantini possono essere sostituiti fino alle 10:30 del giorno del Palio, al termine della “provaccia”, l’ultima prova dai ritmi più blandi. Potrebbero avere bisogno di protezione dopo la gara, soprattutto se finisce male.
Anche il mossiere, che gestisce la partenza della gara, potrebbe necessitare di protezione a causa delle molte incognite della gara, che non dipendono solo dalla bravura del fantino o dalla qualità del cavallo.