Oliviero Toscani racconta la sua malattia: “Non so quanto tempo mi resta”: i suoi lavori più iconici

Quali sono le fotografie più famose ed entrate nell’immaginario collettivo del celebre artista meneghino? Alla triste notizia della malattia che lo ha colpito e che ha raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera, ripercorriamo le opere più famose della sua incredibile carriera

Il 28 febbraio 1942 a Milano nasce quello che sarebbe presto diventato uno dei fotografi italiani più conosciuti, ammirati e celebrati al mondo: Oliviero Toscani. Dopo la terribile notizia comparsa quest’oggi in una lunga intervista riportata dal Corriere della Sera, in cui l’artista ha raccontato di soffrire di amiloidosi, una malattia che causa un accumulo di proteine in diversi tessuti del corpo che provoca danni agli organi, ripercorriamo alcune tra le sue opere più iconiche e entrate nella memoria collettiva di molti italiani e non solo.

I primi passi nel mondo della fotografia

Figlio di un noto fotoreporter del Corriere della Sera, Oliviero Toscani ha mostrato fin da bambino un grande interesse per la fotografia. Ricevuta la sua prima macchina fotografica a soli sei anni, iniziò a esplorare il mondo attraverso l’obiettivo, immortalando tutto ciò che lo circondava. Questa precoce passione si trasformò in una vera e propria carriera nel 1965, quando iniziò a frequentare corsi di Arte e Fotografia presso la Kunstgewerbeschule di Zurigo. Da lì, la sua ascesa nel mondo della moda fu inarrestabile, collaborando con riviste prestigiose come Elle e Vogue, e curando le campagne di marchi iconici come Chanel e Valentino. Tuttavia, fu la collaborazione con Benetton, iniziata nel 1982, a consacrarlo definitivamente, rivoluzionando il mondo della pubblicità con immagini audaci e provocatorie.

Oliviero Toscani
Oliviero Toscani | Ansa – sardegnaoggi.it

Le opere più iconiche

Tra le sue opere più iconiche spicca lo scatto intitolato White, Black, Yellow, realizzato per Benetton. Questa fotografia ritrae tre cuori umani con le scritte “White”, “Black” e “Yellow”, affrontando in modo diretto il tema del razzismo. Toscani ha voluto sottolineare come, al di là delle differenze superficiali di colore della pelle, l’essenza umana sia la stessa per tutti. L’immagine è un potente messaggio di uguaglianza e unione, capace di sfidare le convenzioni sociali e di aprire un dialogo su temi controversi.

Un’altra fotografia emblematica è il Bacio tra prete e suora, realizzata nel 1991 sempre per Benetton. Lo scatto, che ritrae un prete e una suora intenti a baciarsi, ha suscitato numerose polemiche e censure. Toscani ha voluto rappresentare l’amore universale, capace di superare le barriere tra sacro e profano, provocando una riflessione profonda sui confini imposti dalla società.

Seguono poi Angelo e Diavolo del 1992, un’immagine che esplora la contrapposizione tra bene e male attraverso l’uso di simboli razziali, e Chi mi ama mi segua, un’innovativa campagna pubblicitaria per Jesus jeans del 1973, che ha segnato un punto di svolta nel marketing. Infine, Banana e Pisello, una campagna del 2009 contro il bullismo, dimostra come Toscani abbia continuato a utilizzare la fotografia per sfidare le convenzioni sociali e promuovere la tolleranza, attraverso immagini forti e simboliche. Queste opere non solo rappresentano il culmine della carriera di Toscani, ma hanno anche lasciato un segno indelebile nella storia della fotografia e della pubblicità.

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