Gli inuit e la loro straordinaria capacità di sopravvivere al freddo estremo. Ma come fanno a mantenere adeguata la temperatura corporea?
Gli eschimesi, o più precisamente gli inuit, hanno da sempre suscitato la curiosità di molti per la loro incredibile capacità di sopravvivere e prosperare in ambienti estremamente freddi. Mentre molti di noi tremano al solo pensiero delle temperature sotto lo zero, gli inuit sembrano avere una relazione quasi armoniosa con il gelo che li circonda. Ma qual è il loro segreto? È solo una questione di abbigliamento o c’è qualcosa di più profondo e intrinseco che li aiuta a mantenere il calore corporeo anche nelle condizioni più avverse?
Gli igloo, le iconiche abitazioni di ghiaccio degli inuit, sono un esempio lampante della loro ingegnosità. Queste strutture, costruite con blocchi di neve pressata, fungono da incredibili isolanti termici. Nonostante siano fatte di ghiaccio, gli igloo possono mantenere una temperatura interna sorprendentemente confortevole rispetto al gelido esterno. Questo avviene grazie all’aria intrappolata nei blocchi di neve, che funge da isolante, e al calore corporeo delle persone al loro interno. Tuttavia, gli igloo sono solo una parte della storia.
Come fanno gli eschimesi?
Il vestiario gioca un ruolo fondamentale nella sopravvivenza al freddo artico. Gli inuit indossano abiti realizzati con pelli di animali, come il caribù e la foca, che offrono un isolamento termico eccezionale. Questi materiali naturali, infatti, sono stati perfezionati attraverso secoli di adattamento e innovazione. Tuttavia, anche questo non basta a spiegare come gli inuit riescano a mantenere la loro temperatura corporea in un ambiente così ostile.
La chiave del loro adattamento al freddo potrebbe risiedere nel loro stesso DNA. Gli inuit portano nel loro patrimonio genetico tracce di un’antica popolazione di ominidi conosciuta come Denisova. Questi ominidi vissero in Siberia tra 70.000 e 40.000 anni fa e avevano sviluppato una notevole resistenza al freddo. La presenza del DNA dei Denisova negli inuit potrebbe spiegare la loro capacità di tollerare temperature estremamente basse. Uno degli aspetti più affascinanti di questa eredità genetica è la capacità di bruciare il grasso bruno, un tipo di tessuto adiposo presente nel corpo che genera calore.
Il grasso bruno, a differenza del grasso bianco, è ricco di mitocondri, le “centrali energetiche” delle cellule, e può produrre calore attraverso un processo chiamato termogenesi. Questo significa che gli inuit possono riscaldarsi dall’interno, utilizzando le loro riserve di grasso bruno come fonte di calore naturale. Gli studiosi dell’Università di Copenhagen hanno condotto ricerche approfondite sul DNA degli inuit, rivelando somiglianze significative con quello dei Denisova, il che spiega questa straordinaria capacità di adattamento.
Oltre alla genetica, anche l’aspetto fisico degli inuit gioca un ruolo. La loro statura generalmente più bassa aiuta a ridurre la dispersione di calore, mentre un naso più stretto riscalda l’aria fredda prima che raggiunga i polmoni. Questi adattamenti fisici, combinati con le loro tradizioni culturali e tecniche di sopravvivenza, rendono gli inuit incredibilmente attrezzati per affrontare il clima rigido del loro habitat.