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La Mecca: più di 1000 pellegrini sono morti a causa del caldo record

Caldo record alla Mecca, morti almeno 1.000 pellegrini. Il prossimo anno i rituali saranno gli ultimi a svolgersi in estate

Oltre 1000 pellegrini sono morti a causa del caldo intenso alla Mecca durante l’Eid Al-Adha, la festa del sacrificio nonché la più importante per i musulmani, che include il pellegrinaggio dell’Hajj.

Nonostante le previsioni di caldo torrido e il conflitto a Gaza, quest’anno più di 1,8 milioni di fedeli hanno partecipato secondo le autorità saudite. I pellegrini sono stati accolti nella città sacra con temperature medie di almeno 47 gradi, con punte fino a 51 gradi Celsius.

La Mecca: più di 1000 pellegrini morti a causa del caldo record

Mentre si stanno concludendo i rituali, oggi, con il consueto “tawaf” alla Mecca (il giro intorno alla Kaaba, nella Grande Moschea, in senso antiorario per 7 volte) è stato anche confermato il bilancio delle vittime del caldo record che è attualmente di almeno 1000 morti, quasi il doppio rispetto all’ Hajj dell’anno scorso.

Da Riad è arrivata anche la notizia che l’anno prossimo sarà l’ultima Hajj del calendario musulmano a coincidere con la stagione estiva, perché il pellegrinaggio sacro, per altri 16 anni, si svolgerà o in primavera o in inverno.

A dirlo è stato Hussein al-Qahtani, portavoce del Centro meteorologico nazionale saudita (Nmc), citato da Saudi Gazette. Al-Qahtani ha infatti chiarito che dal 2026, per otto anni consecutivi, il rituale pellegrinaggio si terrà nella stagione primaverile. In seguito, per altri otto anni, il pellegrinaggio Hajj si svolgerà in inverno.

La Mecca: più di 1000 pellegrini sono morti a causa del caldo record – ANSA – Sardegnaoggi.it

 

I decessi a La Mecca sono stati finora confermati oltre che dall’Egitto anche da Indonesia, Iran, Senegal, Tunisia e dalla regione autonoma del Kurdistan iracheno, anche se in molti casi le autorità non hanno specificato la causa, anche se hanno sottolineato che la maggior parte aveva “patologie preesistenti”.

L’Arabia Saudita non ha fornito informazioni sulle vittime, anche se solo domenica ha segnalato più di 2.700 casi di “colpi da calore”. L’anno scorso sono stati dichiarati morti più di 200 pellegrini, la maggior parte provenienti dall’Indonesia.

Molti fedeli, secondo i media locali, sono deceduti a causa del caldo anche nei dintorni della città sacra e negli ospedali, nonostante le imponenti misure di refrigerazione delle vie principali e della Grande Moschea adottate da Riad.

Nei giorni scorsi le autorità saudite hanno raccomandato di svolgere i rituali lontano dai picchi di caldo e hanno installato distributori d’acqua e punti di ristoro per i pellegrini quasi ovunque.

Diversi media, inclusa l’emiratina The National, hanno riportato numerosi casi di infarto, malori e ricoveri per disidratazione. La maggior parte dei riti dell’Hajj si svolge infatti all’aperto, con poca o nessuna ombra.

Più di 1,83 milioni di musulmani hanno partecipato all’Hajj quest’anno, ha dichiarato in un briefing il ministro saudita per l’Hajj e l’Umrah, Tawfiq bin Fawzan al-Rabiah. Questo numero è leggermente inferiore a quello registrato l’anno scorso, quando 1,84 milioni di persone hanno effettuato il pellegrinaggio.

Ma in Italia si arriverà mai alle temperature dell’Arabia Saudita a causa del cambiamento climatico? “Ci si arriverà ma è difficile dire quando – risponde il climatologo Luca Mercalli Fanpage – quando noi scienziati facciamo scenari futuri possiamo solo dire che le temperature aumenteranno certamente anche in Italia, e che aumenterà anche la frequenza dei fenomeni estremi. È ragionevole pensare che tra una decina d’anni i 48,8 gradi diventeranno anche 50 in Sicilia; inizialmente quel picco verrò raggiunto di tanto in tanto, ma prima o poi finirà per durare 5-6 giorni di fila. Poi quel caldo potrà investire anche grandi città e coinvolgere migliaia o milioni di persone. E le conseguenze sono facilmente intuibili soprattutto per anziani e malati”.

Giulia De Sanctis

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