Alcuni scienziati hanno fatto una scoperta sensazionale: esiste un tipo di muschio che può crescere anche su Marte! Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo
È incredibile quanto scoperto da alcuni ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze e riportato sulla rivista The Innovation: esiste un muschio, che si trova in Antartide, che avrebbe tutte le capacità necessarie per crescere anche su Marte! Si tratta del cosiddetto “Muschio del deserto”: il Syntrichia caninervis, adesso considerato il miglior candidato per la colonizzazione del Pianeta Rosso. Ma vediamo tutte le curiosità e le caratteristiche di questo muschio.
Si tratta di una scoperta sensazionale quella fatta da un gruppo di studiosi che ha confermato l’esistenza di un tipo di muschio desertico, trovato in Antartide, che può sopravvivere alle estreme condizioni di Marte, rendendolo un candidato promettente per la colonizzazione del Pianeta Rosso. Era già noto da tempo che il muschio Syntrichia caninervis può resistere alla siccità, ma i test condotti dagli scienziati dell’Accademia cinese delle scienze hanno dimostrato la sua capacità di tollerare anche temperature fino a -196 gradi e livelli di radiazioni gamma simili a quelli presenti sulla superficie marziana.
“Il nostro studio – hanno affermato gli ecologi Daoyuan Zhang e Yuanming Zhang e il botanico Tingyun Kuang, dell’Accademia cinese delle scienze – dimostra che la resilienza ambientale di S. caninervis è superiore a quella di alcuni microrganismi e tardigradi altamente tolleranti allo stress”. Gli scienziati hanni poi aggiunto: “S. caninervis è una promettente pianta pioniera candidata a colonizzare ambienti extraterrestri, gettando le basi per la costruzione di habitat umani biologicamente sostenibili oltre la Terra”.
Già un buon numero di ricerche precedenti ha indagato sulla resistenza di microrganismi, alghe, licheni e spore di piante agli ambienti estremi dello spazio o di Marte. Tuttavia, questo studio rappresenta il primo tentativo di testare piante intere. Syntrichia caninervis è una specie di muschio diffusa, che si trova in ambienti desertici estremamente rigidi come il Tibet, l’Antartide e le regioni circumpolari, dove fa parte della crosta biologica del suolo. Questo tipo di copertura del suolo è diffusa e robusta nelle terre aride. Viste le capacità del muschio di sopravvivere in condizioni ambientali così estreme, i ricercatori hanno deciso di sottoporlo a test accurati in laboratorio.
Per valutare la resistenza al freddo del muschio, i ricercatori hanno conservato le piante a -80 gradi in un congelatore ultrafreddo per periodi di 3 e 5 anni, e a -196 gradi in un serbatoio di azoto liquido per 15 e 30 giorni. In tutti i casi, le piante sono state in grado di rigenerarsi al momento dello scongelamento, sebbene la ripresa sia stata più lenta rispetto agli esemplari di controllo che erano stati disidratati ma non congelati. Le piante che non erano state disidratate prima del congelamento si sono rigenerate più lentamente di quelle che erano state disidratate e poi congelate.
Il muschio ha inoltre dimostrato di sopportare l’esposizione alle radiazioni gamma, che normalmente sarebbero letali per la maggior parte delle piante. Dosi di 500 Gy sembravano addirittura promuovere la crescita delle piante, mentre gli esseri umani sperimentano gravi convulsioni e morte quando esposti a circa 50 Gy. I ricercatori hanno commentato: “I nostri risultati indicano che S. caninervis è uno degli organismi più tolleranti alle radiazioni”.
Infine, i ricercatori hanno testato la capacità del muschio di sopravvivere in condizioni simili a quelle marziane utilizzando la Planetary Atmospheres Simulation Facility dell’Accademia delle Scienze cinese. Le condizioni simulate comprendevano un’atmosfera composta al 95% da CO2, temperature variabili da -60 gradi a 20 gradi, elevati livelli di radiazioni UV e bassa pressione atmosferica. Le piante di muschio disidratate hanno mostrato un tasso di rigenerazione del 100% entro 30 giorni dopo essere state esposte alle condizioni simulate per periodi di 1, 2, 3 e 7 giorni. Anche le piante idratate, esposte al simulatore per un solo giorno, hanno mostrato una capacità di sopravvivenza, sebbene con un tasso di rigenerazione più lento rispetto alle piante disidratate.
“Gli studi dimostrano il grande potenziale di S. caninervis come pianta pioniera per la crescita su Marte”, hanno affermato gli scienziati. “Guardando avanti, ci aspettiamo che questo muschio promettente possa essere portato su Marte o sulla Luna per ulteriori test sulla possibilità di colonizzazione e crescita delle piante nello spazio esterno”, hanno poi concluso.
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