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Astrologia, quando e dove sono nati i segni zodiacali?

L’astrologia ha plasmato le civiltà per secoli - dai sacerdoti babilonesi agli imperatori romani - e continua a fornire indicazioni alle nuove generazioni in cerca di chiarezza e di una guida

Molti trovano conforto guardando le stelle e si affidano agli oroscopi per capire meglio se stessi e predire il futuro. Anche se i segni zodiacali e gli oroscopi possono sembrare moderni, l’astrologia ha influenzato le civiltà per millenni, nonostante le critiche degli scettici per la mancanza di prove scientifiche.

Quando e dove sono nati l’astrologia e i segni zodiacali?

L’astrologia ha avuto origine nell’antica Mesopotamia nel secondo millennio a.C. Solo poche persone erano considerate qualificate per fare le interpretazioni. I sacerdoti babilonesi descrivevano nei dettagli l’influenza dei corpi celesti sulla società, in particolare sul re e sullo Stato. Questo è documentato nell’Enuma Anu Enlil, una raccolta di 70 tavolette cuneiformi contenenti circa 7.000 presagi celesti.

I Babilonesi svilupparono 12 segni astrologici, alcuni dei quali furono incorporati nello zodiaco occidentale. Tuttavia, furono gli antichi greci a dare a questi segni i nomi delle costellazioni e a collegarli a date specifiche in base al loro allineamento con l’orbita solare. Questi segni sono Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario e Pesci.

Astrologia, quando e dove sono nati i segni zodiacali? – Wikimedia Commons – Sardegnaoggi.it

 

Il termine “zodiaco” deriva dalla frase greca zōdiakos kyklos, che significa “cerchio degli animali”. Nonostante i Greci abbiano contribuito all’astrologia, gli oroscopi non erano comuni nell’antica Grecia.

L’attenzione era rivolta all’uso delle stelle per comunicare con gli dei attraverso la divinazione, “una pratica rituale per conversare con gli dei”, dice Elmer. Col tempo, l’astrologia babilonese, che interpretava gli eventi celesti, si è fusa con le pratiche divinatorie greche. Questa unione ha portato alla creazione di oroscopi più personalizzati, come quelli attuali.

Claudio Tolomeo, astrologo e astronomo di Alessandria d’Egitto, ha stabilito le basi dell’astrologia occidentale nel suo testo Tetrabiblos, enfatizzando l’interpretazione astrologica individuale. È qui che nasce il concetto di oroscopo personale, cioè l’idea che le persone possano leggere e interpretare le stelle per comprendere la propria vita.

Sebbene lo zodiaco occidentale sia ampiamente riconosciuto, altre tradizioni culturali hanno influenzato l’astrologia in tutto il mondo. In India, l’astrologia vedica integra antiche credenze e pratiche indù, offrendo una visione unica delle influenze celesti.

L’astrologia cinese, radicata nella filosofia taoista, assegna segni animali in base all’anno di nascita, influenzando pratiche culturali e credenze sociali.

Nel Medioevo, l’astrologia era molto popolare e influenzava notevolmente le decisioni quotidiane. Medici, astronomi e altri studiosi la praticavano, e giocò un ruolo importante nello sviluppo dell’alchimia, antenata della chimica.
Nel XIV secolo in Europa, gli astrologi erano spesso presenti nelle corti reali, fornendo regolarmente oroscopi personali ai monarchi. Carlo V di Francia addirittura commissionò la traduzione di testi astrologici.
Tuttavia, durante i processi alle streghe del XV secolo in Inghilterra, l’astrologia fu associata alla stregoneria e al paganesimo, portando alcuni monarchi a distanziarsi dagli oroscopi.
Il Rinascimento segnò un rinnovato interesse per l’astrologia a livello personale e filosofico. Con la revisione delle credenze cristiane e delle scienze naturali, la pratica privata dell’astrologia fiorì. Ciò portò alla creazione di carte e calendari astrologici, superando le precedenti barriere linguistiche ed educative all’astrologia e all’interpretazione degli oroscopi.
Un importante astrologo europeo, Leonhard Thurneisser, alle dipendenze di un principe tedesco, pubblicò nel 1575 un libro pop-up intitolato Astrolabium che poteva essere utilizzato per creare oroscopi individuali con l’ausilio di grafici a ruota detti volvelle.

Tuttavia, l’astrologia e gli oroscopi persero importanza con la Rivoluzione Scientifica e il Secolo dei Lumi. Alla fine del XVII secolo, l’astrologia era raramente praticata. Gli oroscopi personali tornarono in voga solo all’inizio del XX secolo, grazie alle rubriche degli oroscopi su giornali e riviste.

Nel 1930, il Sunday Express pubblicò un oroscopo per il compleanno della Principessa Margaret, scritto dal famoso astrologo britannico R.H. Naylor. Come molti astrologi moderni, Naylor usò una carta natale per prevedere l’oroscopo della Principessa Margaret tre giorni dopo la sua nascita.

Le carte natali utilizzano la data, l’ora e il luogo di nascita per creare un’istantanea del cielo al momento della nascita. Questa analisi fornisce informazioni sui tratti, la personalità e il percorso di vita di una persona.

L’analisi di Naylor della carta natale della Principessa prevedeva una vita “movimentata” e “eventi di enorme importanza per la Famiglia Reale e per la nazione” intorno al suo settimo compleanno. Questo attirò l’attenzione del pubblico, spingendo il giornale a commissionare ulteriori articoli a Naylor.

In poco tempo, Naylor iniziò a scrivere una rubrica settimanale chiamata “What the Stars Foretell”, offrendo consigli astrologici basati sui compleanni della settimana.

Anche i giornali statunitensi, come il Boston Globe, iniziarono a pubblicare rubriche di oroscopi in questo periodo. Negli anni ’80, molti giornali istituirono linee telefoniche di astrologia a pagamento, permettendo ai lettori di ricevere letture personalizzate dell’oroscopo.

Oggi gli oroscopi sono più popolari che mai, soprattutto tra la Gen Z e i Millennials. Oltre alle sue origini astronomiche, l’astrologia può favorire un senso di comunità e coesione sociale, secondo gli esperti.

Carl Jung, famoso psicologo, esplorò i simboli archetipici dell’astrologia e il loro impatto sulla psiche umana, suggerendo che l’astrologia fornisce un linguaggio per comprendere i modelli universali dell’esperienza umana.

Giulia De Sanctis

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