Cronaca

Quanto tempo al massimo si può stare al sole?

In estate molte persone trascorrono diverse ore sotto il sole per abbronzarsi, ma dopo quanto tempo diventa pericoloso? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo

È estate, e la maggior parte delle persone, magari proprio in questo momento, sono al mare a godersi qualche giorno di relax, mare e tanto sole. Non tutti, però, si rendono davvero conto di quanto il sole possa essere pericoloso per la nostra pelle. Oltre alla cara vecchia crema solare, infatti, è necessario seguire altre linee guida per evitare problemi. Sapevate, ad esempio, che c’è anche un tempo massimo che si può trascorrere sotto i suoi raggi? Ma qual è questo tempo? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.

Ecco quanto tempo si può stare sotto il sole senza avere problemi

L’esposizione al sole ha numerosi effetti benefici sul corpo, come la stimolazione della produzione di vitamina D, che rafforza le ossa e il sistema immunitario, oltre a svolgere un’azione antidepressiva. Tuttavia, a causa della presenza dei raggi ultravioletti, può causare danni a pelle e occhi, tra cui eritemi, scottature, invecchiamento della pelle, tumori, cheratiti, cataratta e altri problemi. Per questo motivo, è essenziale esporsi al sole con cautela, per il giusto tempo e proteggersi in modo appropriato, considerando anche l’età e il tipo di pelle (fototipo) di ciascun individuo.

Quanto tempo si può stare sotto il sole | Pixabay @AleksandarNakic – Sardegnaoggi

Quanto tempo si può stare sotto il sole in base al fenotipo

Non tutti possono stare al sole per lo stesso lasso di tempo, poiché le diverse tipologie di pelle reagiscono in modo differente alle sue aggressioni. Prolungare l’esposizione ai raggi solari, specialmente senza una protezione adeguata o con un fattore di protezione solare (SPF) insufficiente, comporta sempre dei rischi. Tuttavia, esistono fattori che influenzano la durata sicura dell’esposizione, e questa può variare da individuo a individuo. Uno dei fattori principali è la tipologia di pelle. Gli individui, infatti, vengono suddivisi in sei fototipi, che si distinguono principalmente per il colore della pelle, degli occhi e dei capelli. Anche se nessuno è completamente al riparo dai danni provocati dai raggi UV, le persone con fototipi più chiari corrono un rischio maggiore rispetto a quelle con fototipi medi o scuri, le quali possono esporsi al sole per periodi più lunghi senza rischiare scottature o eritemi.

Quindi, possiamo dire che in base al fenotipo, questo è il tempo che si può trascorrere sotto il sole senza avere conseguenze:

  • Fototipo 1: 10 minuti
  • Fototipo 2: 20 minuti
  • Fototipo 3: 30 minuti
  • Fototipo 4: 50 minuti
  • Fototipi 5-6: oltre 60 minuti

Le regole per evitare conseguenze dell’esposizione prolungata al sole

Se volete prendere il sole senza incappare in conseguenze più o meno gravi, ecco quali sono le regole che dovete assolutamente seguire.

Consigli su come prendere il sole in sicurezza | Pixabay @M-Production – Sardegnaoggi
  • Applicare i prodotti solari prima di uscire di casa, già dal mattino, e ripetere l’applicazione spesso, soprattutto dopo un bagno prolungato.
  • Durante le prime esposizioni, limitare il tempo al sole a non più di 45 minuti al giorno (con un massimo di 20 minuti sotto il sole intenso). Oltre questo tempo, i melanociti si saturano e non producono più melanina. Un’abbronzatura rapida è meno duratura e offre meno protezione contro le scottature rispetto a un colorito ottenuto gradualmente in 15-20 giorni di esposizione. Dopo i primi giorni, è possibile aumentare progressivamente il tempo di esposizione, continuando però a proteggersi adeguatamente.
  • Applicare la crema solare anche su pelle già abbronzata, riducendo gradualmente il fattore di protezione. Anche le pelli scure necessitano di protezione: anche se non si scottano facilmente, subiscono comunque gli effetti a lungo termine di un’esposizione inadeguata, come l’invecchiamento precoce.
  • Evitare di esporsi al sole tra le 12:00 e le 16:00, quando i raggi solari sono più intensi.
  • Non esporre i bambini sotto i 3 anni durante le ore più calde. Quando il sole è meno forte, utilizzare un prodotto resistente con un alto fattore di protezione. La pelle conserva traccia di tutti i raggi solari ricevuti durante l’infanzia: maggiore è l’esposizione, maggiore sarà il rischio di sviluppare tumori in età adulta.
  • Ricordare che non ci si scotta solo in spiaggia! Qualunque attività all’aperto, come un’escursione in bicicletta o una passeggiata, richiede l’uso di una protezione solare.
  • Prestare attenzione a condizioni che aumentano il rischio o riducono la percezione del pericolo, come l’altitudine, un cielo parzialmente nuvoloso, superfici riflettenti (neve, sabbia, acqua), e vento fresco.
  • Indossare un cappello e occhiali da sole con lenti omologate in grado di filtrare i raggi UVA e UVB (certificazione CE). Proteggere inoltre i bambini con una maglietta asciutta, poiché una maglietta bagnata lascia passare i raggi UV.
  • Asciugarsi accuratamente dopo ogni bagno, poiché le gocce d’acqua sulla pelle possono amplificare l’effetto dei raggi solari e ridurre l’efficacia dei prodotti di protezione, anche se resistenti all’acqua.
  • Bere molta acqua frequentemente. Il sole disidrata profondamente il corpo, quindi è importante prestare particolare attenzione agli anziani, che tendono a sentire meno la sete, e ai bambini piccoli, che hanno maggiore necessità di acqua e una termoregolazione meno efficace.
Federico Liberi

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