Nuova importante scoperta archeologica in Sardegna: ecco cosa ha scoperto l’Università di Sassari. Tutte le novità
Tra le regioni più belle d’Italia non possiamo di certo non menzionare la Sardegna. L’isola, la seconda più grande del Mediterraneo e seconda solo alla Sicilia, è una delle mete turistiche preferite soprattutto d’estate per merito delle sue spiagge dorate e per il suo mare cristallino. Oltre alle bellezze naturali l’isola offre anche ai turisti noti siti archeologici.
I nuraghi ed i siti nuragici sono l’espressione più importante dell’archeologia sarda. Si tratta di testimonianze archeologiche uniche e significative dell’antica civiltà nuragica, un’epoca che riguardò l’isola tra il II millennio a.C. e il III secolo d.C. Proprio nei giorni scorsi l’Università di Sassari ha potato alla luce una nuova ed importante scoperta archeologica.
Nuove scoperte archeologiche in Sardegna: ecco cosa è stato portato alla luce
Recenti scavi archeologici condotti dall’Università di Sassari hanno portato alla luce nuovi e importanti reperti nei siti nuragici di Sos Muros, Illoi e Ponte, in Sardegna. Queste scoperte offrono un’ulteriore comprensione della civiltà nuragica, una delle più antiche e misteriose del Mediterraneo.
I recenti ritrovamenti hanno portato alla luce ulteriori dettagli sul periodo compreso tra il XII e il VIII sec. a.C., ovvero l’arco di tempo che abbraccia la fine dell’Età del bronzo e la prima parte della cosiddetta Età del ferro. I nuraghi sardi, per chi non lo sapesse, sono torri dalla forma tronco-conica, costruite in pietra senza alcun utilizzo di legante, tipiche del territorio sardo.
Anticamente queste strutture erano in antichità probabilmente utilizzate a scopo difensivo, come torri di avvistamento o come vere e proprie fortezze. Alcuni nuraghi erano davvero monumentali, con più di una torre all’interno dello stesso complesso. I siti archeologici dei nuraghi comprendono anche le cosiddette “tombe dei giganti”, sepolture collettive a forma rettangolare o trapezoidale.
Le nuove scoperte dell’Università di Sassari, in collaborazione con i colleghi delle Università di Cagliari, Genova, Bologna, Pisa e delle Universitad de Cadiz, Universität Weimar e della University of California di Los Angeles, hanno potato alla luce non solo strutture ma anche diversi oggetti quotidiani.
All’interno dei nuraghi sono state individuate costruzioni come bastioni, edifici religiosi e strutture domestiche. Sono poi stati ritrovati numerosi manufatti, tra cui ceramiche, strumenti per la tessitura e oggetti in bronzo, che offrono preziose informazioni sulla vita quotidiana degli antichi sardi. Infine, alcuni reperti ceramici indicano possibili contatti commerciali o culturali con altre civiltà del Mediterraneo.
I lavori hanno anche evidenziato il perimetro dell’edificio di forma circolare che ha le dimensioni di circa 12 metri di diametro, nei pressi del pozzo. Nei nuraghe di Dualchi, invece, gli scavi si sono concentrati negli spazi interni dell’edificio con pianta ellittica, portando al ritrovamento di ceramiche e manufatti in bronzo, testimonianza di quella civiltà.