Pompei non smette mai di stupirci e di farci riscoprire il passato, ecco gli ultimi ritrovamenti: due vittime e un piccolo tesoro
Le indagini archeologiche a Pompei non si fermano mai e per un buon motivo: esiste ancora moltissimo che giace sommerso, nascosto da secoli di tempo e cenere, in attesa di essere scoperto.
E anche questa volta Pompei non delude e lascia i ricercatori e il resto del mondo senza fiato. Ecco gli ultimi ritrovamenti.
Sono state ritrovate a Pompei altre due vittime dell’eruzione, un uomo e una donna insieme ai loro averi.
La donna è stata ritrovata sul letto insieme ad un piccolo tesoro con monete d’oro, d’argento e bronzo e orecchini in oro e perle, come se stesse cercando di mettere al riparo i suoi averi dall’eruzione.
L’uomo e la donna si trovano entrambi in un vano di dimensioni ridotte, ovvero un luogo di servizio provvisorio che probabilmente la coppia usava come stanza da letto durante i lavori di ristrutturazione della casa. I due si sono nascosti qui probabilmente per cercare rifugio, ma la morte li ha trovati lo stesso, sepolti dalla pioggia di lapilli che ormai aveva già invaso l’esterno.
Sembra che in ogni caso i due non avrebbero potuto fuggire altrove, in quanto il deposito di lapilli impediva l’apertura della porta del vano.
Il motivo per cui la ricerca archeologica nel sito di scavi di Pompei non accenna a fermarmi è la scoperta di sempre nuovi tesori o vittime e la tutela degli scavi da possibili minacce esterne dovute ad ambiente o crolli.
Al primo posto c’è la salvaguardia del Parco Archeologico ma è ancora tanta la curiosità di scoprire cosa giaccia sotto quegli strati di lapilli e per avere l’onore di osservare uno scorcio di quotidianità dell’epoca: ogni scavo ci mostra uno spezzone congelato di ciò che le persone stavano facendo in quel lontano 79 d.C, come se il tempo avesse smesso di scorrere per Pompei e ritrovando stanze, vittime, averi e oggetti preziosi, possiamo farci un’idea chiara di come vivevano le persone dell’epoca.
Ecco le parole del Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel:
“L’opportunità di analizzare i preziosissimi dati antropologici relativi alle due vittime rinvenute all’interno del contesto archeologico che ne ha segnato la tragica fine, permette di recuperare una quantità notevole di dati sulla vita quotidiana degli antichi pompeiani e sulle micro storie di alcuni di essi, con una documentazione precisa e puntuale, confermando l’unicità del territorio vesuviano.
Un lavoro che vede la collaborazione tra archeologi, antropologi e vulcanologi impegnati nella ricostruzione degli ultimi istanti di vita di uomini, donne e bambini periti durante una delle più grandi catastrofi naturali dell’antichità.
Pompei rimane un grande cantiere di ricerca e restauro, ma nei prossimi anni ci aspettiamo importanti sviluppi negli scavi archeologici e nella valorizzazione anche dal territorio, anche grazie agli investimenti Cipess annunciati recentemente dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano”.
Non sappiamo ancora quanto altro c’e da scoprire, ma siamo piuttosto convinti che Pompei abbia ancora parecchi segreti in attesa di essere svelati.
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