Imane Khelif, aperta un’indagine per cyberbullismo

La Francia ha aperto un’indagine per cyberbullismo in seguito alla denuncia della campionessa olimpica di pugilato algerina Imane Khelif

La procura di Parigi ha avviato un’indagine riguardante le molestie online denunciate dall’atleta algerina Imane Khelif, che durante i Giochi Olimpici di Parigi è stata al centro di polemiche relative alla sua identità di genere. I reati contestati includono: molestie informatiche per motivi di genere, insulto pubblico per motivi di genere, incitamento pubblico alla discriminazione e insulto pubblico per motivi di origine.

Secondo quanto riportato dall’Equipe, l’indagine è stata avviata dal Centro nazionale per la lotta contro l’odio online, con l’obiettivo di identificare chi ha dato origine e alimentato l’ondata di commenti misogini, razzisti e sessisti contro la pugile algerina.

Lunedì, a Giochi conclusi, Khelif ha sporto denuncia per molestie informatiche aggravate. “Dopo aver conquistato una medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, la pugile Imane Khelif ha deciso di intraprendere una nuova battaglia: quella per la giustizia, la dignità e l’onore“, ha dichiarato il suo avvocato, Nabil Boudi.

Imane Khelif e l’apertura dell’indagine per cyberbullismo

La denuncia presentata dall’avvocato di Khelif è rivolta contro le piattaforme social, tra cui X, e non contro una singola persona. Secondo la rivista americana Variety, nella denuncia sono citati il proprietario di X, Elon Musk, e l’autrice della saga di Harry Potter, JK Rowling, entrambi coinvolti nella discussione con commenti considerati offensivi.

Imane Khelif e l'apertura dell'indagine per cyberbullismo
Imane Khelif e l’apertura dell’indagine per cyberbullismo – EPA/MAST IRHAM – Sardegnaoggi.it

 

Imane Khelif ha conquistato la medaglia d’oro olimpica nella categoria 66 chili di pugilato femminile il 9 agosto. Durante i Giochi, la 25enne è stata presa di mira sui social, in particolare dopo l’incontro con la pugile italiana Angela Carini, che ha abbandonato il match dei quarti di finale a soli 46 secondi dall’inizio. Carini aveva deciso di ritirarsi subito, dichiarando: “Non ho mai ricevuto un colpo come questo.”

Tuttavia, le polemiche riguardanti il genere di Khelif erano iniziate ben prima. L’anno scorso, l’International Boxing Association (Iba) aveva squalificato Khelif dai Campionati mondiali femminili di Nuova Delhi, a seguito di un controverso test di idoneità di genere. I rappresentanti dell’Iba avevano cercato di spiegare le ragioni dell’esclusione, ma senza fornire dettagli chiari sui test medici effettuati, lasciando le motivazioni poco chiare e insoddisfacenti.

Secondo il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), “tutti gli atleti che partecipano al torneo di pugilato dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 rispettano i regolamenti di ammissibilità e di iscrizione della competizione, nonché tutte le normative mediche applicabili stabilite dalla Paris 2024 Boxing Unit (PBU)“, “anche durante il periodo di qualificazione”.

In un comunicato, il CIO ha affermato di aver visto “informazioni fuorvianti su due atlete (l’altra è Lin Yu-ting, ndr) che gareggiano da molti anni nelle competizioni internazionali di pugilato nella categoria femminile. Queste due atlete sono state vittime di una decisione improvvisa e arbitraria da parte dell’Iba, senza alcun giusto processo”.

Dopo l’incontro con l’italiana Carini, sui social è esplosa una campagna di odio, disinformazione e discriminazione, che ha cercato di dipingere Khelif come “un uomo che combatte contro le donne”.

JK Rowling ha pubblicato su X una foto di Carini in lacrime, accompagnata dalla didascalia che chiedeva se esistesse un’immagine migliore per riassumere il “nuovo movimento per i diritti degli uomini”. Ha inoltre fornito una descrizione della foto fuorviante e discriminatoria, dicendo: “Il sorrisetto (di Khelif, ndr) di un uomo che sa di essere protetto da un’istituzione sportiva misogina, godendosi il dolore di una donna che ha appena colpito in testa e la cui ambizione di vita ha appena distrutto”.

Anche la premier Giorgia Meloni ha espresso il suo disaccordo con la decisione del CIO di permettere a Khelif di competere nelle gare femminili, definendo lo scontro tra le due pugili come “non alla pari”.

L’avvocato di Khelif ha dichiarato che “le ingiuste molestie subite dalla campionessa di pugilato resteranno la macchia più grande di questi Giochi Olimpici“. Khelif ha aggiunto: “Sono una donna forte con poteri speciali. Dal ring ho lanciato un messaggio a chi era contro di me”.