Stanno togliendo a tanti l’Assegno di Inclusione: i 9 errori che adesso non vengono più perdonati

Assegno di Inclusione: regole, comunicazioni obbligatorie e rischi legati al mancato adempimento degli obblighi.

L’Assegno di Inclusione (ADI) rappresenta un sostegno economico fondamentale per molte famiglie in difficoltà, ma per continuare a riceverlo è essenziale rispettare una serie di regole stringenti. Come avveniva con il Reddito di Cittadinanza, anche l’ADI è vincolato a specifici obblighi e divieti. È cruciale, quindi, essere ben informati per evitare di incorrere in sanzioni che potrebbero comportare la sospensione o la perdita definitiva del beneficio, con la necessità di attendere un lungo periodo prima di poter presentare una nuova domanda.

Gli errori che portano alla revoca dell'Assegno di Inclusione
Gli errori che possono causare la perdita dell’Assegno di Inclusione: ecco cosa evitare (sardegnaoggi.it)

L’Assegno di Inclusione è strettamente collegato alla politica attiva del lavoro. I componenti del nucleo familiare beneficiario sono chiamati a rispettare una serie di impegni stabiliti dai servizi sociali comunali o dai servizi per l’impiego. Tra questi, il primo obbligo è di presentarsi presso i servizi sociali competenti entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di inclusione (Pad). La mancata presentazione comporta la sospensione del beneficio. Un ulteriore obbligo è rispondere puntualmente alle convocazioni da parte dei servizi sociali o per il lavoro.

Non presentarsi senza giustificato motivo, anche solo una volta, porta alla decadenza del beneficio. Lo stesso avviene se un beneficiario rifiuta di sottoscrivere il Patto di inclusione o il Patto di servizio personalizzato, non partecipa alle attività formative, non frequenta percorsi di istruzione obbligatori o rifiuta un’offerta di lavoro congrua. Se l’ADI viene revocato per la mancata partecipazione alle politiche attive, sarà possibile fare una nuova richiesta solo dopo sei mesi.

Proteggi il tuo Assegno di Inclusione: le regole chiave per non perderlo

L’Assegno di Inclusione è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa, ma solo se vengono rispettati precisi obblighi. Innanzitutto, l’Inps deve essere tempestivamente informato dell’inizio di un’attività lavorativa, tramite il modello Adi-Com. Per i lavoratori subordinati, la comunicazione deve avvenire entro 30 giorni dall’avvio del lavoro, mentre per i lavoratori autonomi entro il giorno precedente all’inizio dell’attività. Chi non rispetta queste scadenze rischia la decadenza del beneficio.

Come proteggere il tuo assegno di inclusione: regole chiave per non perderlo
Le regole principali per proteggere il tuo assegno di inclusione e mantenerne il diritto (sardegnaoggi.it)

Sanzioni più gravi, incluso il rimborso delle somme percepite, sono previste per chi svolge attività lavorativa in nero. Un altro aspetto cruciale è il mantenimento dei requisiti reddituali e patrimoniali. In caso di variazioni che incidono su questi requisiti, come il superamento delle soglie patrimoniali o reddituali, è obbligatorio informare l’Inps entro 15 giorni con il modello Adi-Com.

Allo stesso modo, devono essere comunicate eventuali variazioni nella composizione del nucleo familiare, come l’aggiunta o l’uscita di componenti, entro un mese dall’evento. La mancata comunicazione comporta la decadenza dell’ADI. In sintesi, per evitare la perdita dell’Assegno di Inclusione, è fondamentale rispettare tutti gli obblighi previsti dalla legge, mantenere costante la comunicazione con l’Inps e partecipare attivamente alle iniziative di inclusione lavorativa e sociale.

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