Gli Stati Uniti accusano la Russia di influenzare le elezioni presidenziali: il piano per contrastare i tentativi

Secondo gli Usa Mosca starebbe tramando per favorire Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali

Gli Stati Uniti hanno nuovamente accusato la Russia di tentare di influenzare le elezioni presidenziali previste per novembre 2024, attraverso campagne di disinformazione online e il coinvolgimento di media statali come Russia Today (RT). Secondo fonti dell’intelligence statunitense, Mosca favorirebbe Donald Trump, candidato repubblicano, che ha dimostrato una maggiore riluttanza nel sostenere l’Ucraina rispetto a Kamala Harris, la vicepresidente dem. La Russia avrebbe messo in atto una strategia di manipolazione dell’opinione pubblica statunitense per indebolire il sostegno elettorale ai candidati democratici e al governo in carica.

Le interferenze russe nelle elezioni statunitensi non sono un fenomeno nuovo. Già durante le presidenziali del 2016, numerose indagini, tra cui quella guidata dall’allora procuratore speciale Robert Mueller, avevano concluso che Mosca aveva cercato di favorire la vittoria di Donald Trump contro Hillary Clinton. L’intelligence americana aveva identificato Russia Today come una delle principali fonti di propaganda e disinformazione russa, obbligandola a registrarsi come agente straniero negli Stati Uniti.

Le interferenze del Cremlino

Le azioni di interferenza da parte del Cremlino, già riscontrate durante le elezioni del 2016, continuano a rappresentare una minaccia per la stabilità democratica negli Stati Uniti. Secondo il procuratore generale Merrick Garland, Russia Today e alcuni suoi dipendenti avrebbero creato una rete di disinformazione attraverso società di facciata. Uno dei casi più eclatanti riguarda un’azienda statunitense di produzione di contenuti, non menzionata direttamente, ma corrispondente alla Tenet Media, che avrebbe ricevuto finanziamenti segreti dal governo russo per diffondere messaggi a favore degli interessi del Cremlino. Garland ha rivelato che la società ha prodotto circa 2.000 video, visualizzati oltre 16 milioni di volte su YouTube, con l’intento di influenzare l’opinione pubblica americana a favore di Trump e contro il sostegno all’Ucraina.

Trump
Trump | Ansa – sardegnaoggi.it

Il Dipartimento di Giustizia americano ha accusato due cittadini russi, Kostiantyn Kalashnikov ed Elena Afanasyeva, di aver orchestrato il finanziamento segreto di questa operazione. Le accuse riguardano cospirazione per riciclaggio di denaro e violazione del Foreign Agents Registration Act, una legge che impone la registrazione di individui o entità che agiscono per conto di governi stranieri negli Stati Uniti. La giustizia americana ha inoltre sequestrato 32 siti web collegati a questa rete di disinformazione gestita dal Cremlino.

Le sanzioni contro Russia Today

In risposta a queste attività, l’amministrazione Biden ha adottato una serie di misure per contrastare l’influenza russa. Tra queste, il Dipartimento del Tesoro ha annunciato sanzioni contro dirigenti di RT, inclusa la caporedattrice Margarita Simonyan, che ha stretti legami con il governo russo. Le nuove sanzioni prevedono il blocco di beni e interessi in possesso di individui designati negli Stati Uniti o sotto il controllo di cittadini americani. Il Dipartimento del Tesoro ha affermato che RT ha utilizzato una società di facciata per mascherare il proprio coinvolgimento nella creazione di contenuti destinati a influenzare gli elettori americani.

Le agenzie di intelligence americane ritengono che la Russia stia cercando di minare il sostegno pubblico all’invio di armi all’Ucraina e di favorire un contesto politico più favorevole per Trump. Questa strategia include l’uso di deepfake e tecnologie di intelligenza artificiale per rendere la disinformazione più sofisticata e difficile da rilevare. Secondo quanto riportato dall’intelligence, la campagna di disinformazione fa parte di un programma più ampio per influenzare il risultato delle elezioni del 2024 e mantenere il controllo sulle narrazioni internazionali.

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