Perché la sinistra francese è contraria alla nomina di Michel Barnier?

Barnier fa parte dei Repubblicani, partito che è arrivato al quarto posto alle ultime elezioni e che non ha partecipato al “cordone sanitario” contro l’estrema destra

La Francia ha un nuovo primo ministro. Il suo nome è Michel Barnier, ha 73 anni e non fa parte del partito che ha vinto le elezioni nazionali, ossia il Nuovo Fronte Popolare. È un membro dei Repubblicani, forza politica di centro-destra che all’ultima chiamata alle urne si è piazzata al quarto posto, sotto a Ensemble e al Rassemblement National. La nomina, arrivata dopo varie settimane di consultazioni infruttuose, è stata accolta con rabbia dalla sinistra francese, che si è sentita tradita dalla scelta fatta dal Presidente della Repubblica Emmanuel Macron.

La sinistra vuole proporre una mozione di sfiducia contro Barnier

I partiti di sinistra hanno accusato Macron di aver ignorato i risultati delle elezioni e, di conseguenza, la volontà del popolo francese. I principali esponenti del Nuovo Fronte Popolare hanno già annunciato che appena sarà possibile presenteranno una mozione di sfiducia contro il primo ministro. Trovare i voti necessari a farla approvare potrebbe essere un altro paio di maniche, perché al momento Barnier gode del supporto della coalizione centrista e dei Repubblicani. Per quanto riguarda l’estrema destra, il partito Rassemblement National, che aveva raccolto parecchi consensi alle scorse elezioni europee, non ha mosso obiezioni nei confronti della nomina del nuovo premier, il che ha spinto a ipotizzare l’esistenza di un possibile accordo tra la forza politica e Macron. Persino l’ex presidente Socialista François Hollande ritiene che la nomina di Barnier sia stata resa possibile da una qualche forma di assenso da parte del partito guidato da Jordan Bardella.

Le reazioni alla nomina

Questa ipotesi, che per ora non ha trovato conferme, ha spinto Jean-Luc Mélenchon, il leader della France insoumise, a rinnovare l’invito a provare a sfiduciare Macron attraverso una procedura di impeachment. Nei video pubblicati sui suoi profili social ha parlato di “elezioni rubate ai francesi” e ha esortato i cittadini a scendere in piazza nel weekend per protestare contro la nomina di Barnier. Pure i leader di alcuni dei partiti più moderati della coalizione di sinistra si sono sentiti traditi dal Presidente della Repubblica. Marine Tondelier, la leader degli Ecologisti, ha definito quanto avvenuto “un affronto” e “un vero scandalo”. Olivier Faure, il segretario del Partito Socialista, ha persino scritto che in Francia “la negazione democratica ha raggiunto il suo apogeo: un primo ministro che è arrivato quarto e non ha nemmeno partecipato al fronte repubblicano” nato per arginare l’avanzata dell’estrema destra.

Come si è arrivati alla scelta di Barnier?

In seguito alle elezioni, la sinistra francese aveva chiesto a Macron di nominare un primo ministro legato al Nuovo Fronte Popolare. Il Presidente della Repubblica si era detto contrario ai nomi proposti e si era persino rifiutato di percorrere la strada neutrale scegliendo Lucie Castet, direttrice finanziaria del Comune di Parigi priva di affiliazioni con qualsivoglia partito. Macron ha sempre giustificato i suoi “no” dicendo che non sarebbe servito a nulla nominare un primo ministro proposto dal Nuovo Fronte Popolare, perché di certo gli altri partiti lo avrebbero sfiduciato all’istante. Dopo aver scartato altri nomi potenzialmente in grado di mettere d’accordo i diversi schieramenti politici, la scelta di Macron è ricaduta su Barnier, che però rischia di subire la mozione di sfiducia che il presidente aveva temuto per altri candidati.

La posizione del Rassemblement National

Per quanto riguarda l’estrema destra, Bardella ha subito reso chiaro che i deputati del Rassemblement National attenderanno il primo discorso di Barnier all’Assemblea Nazionale prima di decidere se concedergli o meno il loro supporto. Marine Le Pen, l’ex segretaria del partito, ha definito il nuovo premier una persona in grado di rispettare le diverse forze politiche presenti in Francia. Ha anche ricordato che finora Barnier, a differenza di altri politici, non ha mai ostracizzato il Rassemblement National.