Elon Musk difende Salvini dopo la richiesta di condanna: “Pm pazzo, dovrebbe andare lui in galera”

Il miliardario sudafricano in difesa dell’attuale vicepremier sul caso Open Arms con un post sulla piattaforma X

La richiesta della Procura di Palermo di condannare Salvini a sei anni di carcere per il caso Open Arms, legato alla gestione dei migranti nel 2019, quando il leader della Lega, all’epoca ministro dell’Interno, bloccò lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave dell’ONG spagnola per diversi giorni, continua a far discutere.

Tra i principali difensori di Salvini si è subito distinto Elon Musk, imprenditore e proprietario di X. Il miliardario sudafricano, noto per le sue posizioni spesso controcorrente e per l’uso massiccio dei social media, ha commentato senza mezzi termini la notizia. Sul suo profilo, ha scritto: “Quel pm pazzo dovrebbe andare lui in galera per sei anni”, esprimendo così in maniera diretta la sua contrarietà alla decisione della Procura. Le parole di Musk hanno avuto un’enorme risonanza, non solo per il peso della figura dell’imprenditore nel panorama mediatico globale, ma anche perché dimostrano come la questione italiana stia attirando attenzione anche fuori dai confini nazionali.

Elon Musk
Elon Musk | Ansa – sardegnaoggi.it

Il sostegno del centrodestra a Salvini

In Italia, invece, il sostegno a Salvini è arrivato principalmente dai suoi alleati di governo. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stata tra le prime a esprimere pubblicamente la sua solidarietà al collega, con un intervento su X. La Meloni ha sottolineato come, secondo lei, Salvini stesse semplicemente svolgendo il suo dovere come ministro dell’Interno: “È incredibile che un Ministro della Repubblica Italiana rischi 6 anni di carcere per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini della Nazione, così come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini”. La premier ha poi aggiunto che trasformare in crimine la difesa dei confini italiani dall’immigrazione illegale rappresenta “un precedente gravissimo”, una questione che, a suo parere, potrebbe avere conseguenze a lungo termine sulla gestione della sicurezza nazionale. Ha concluso il suo intervento esprimendo la sua “totale solidarietà al Ministro Salvini”, ponendo l’accento su come ritenga ingiusto l’accanimento giudiziario nei suoi confronti.

Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha voluto far sentire la sua voce a sostegno di Salvini. Tajani, da sempre vicino alle posizioni della Lega sulle questioni migratorie, ha difeso il leader leghista sottolineando come il suo operato fosse conforme al ruolo che ricopriva all’epoca: “Ribadisco ciò che ho detto stamane: Matteo Salvini ha fatto il suo dovere di ministro dell’Interno per difendere la legalità”. Tajani ha poi criticato duramente la richiesta di condanna definendola “una scelta irragionevole” e “senza alcun fondamento giuridico”. Le parole del ministro degli Esteri mettono in luce come vi sia un ampio dissenso, all’interno dell’esecutivo, nei confronti della linea seguita dalla Procura di Palermo.

La vicenda del caso Open Arms, quindi, continua a polarizzare il dibattito politico, con il governo compatto nel difendere Salvini, considerandolo vittima di un attacco giudiziario eccessivo. La questione, tuttavia, non è soltanto politica: coinvolge anche principi giuridici fondamentali e questioni legate ai diritti umani, in particolare riguardo alla gestione dell’immigrazione. Molti sostengono che la linea dura di Salvini fosse necessaria per contrastare l’arrivo incontrollato di migranti, mentre altri ritengono che trattenere a bordo per giorni persone vulnerabili sia stato un atto ingiustificabile dal punto di vista umano e legale.