Sommergibile Titan, svelato l’ultimo messaggio dell’equipaggio: “Qui tutto bene”

Le indagini sul sommergibile Titan proseguono ed è stato svelato l’ultimo messaggio rilasciato dall’equipaggio

In questi giorni si sta cercando di fare chiarezza su quanto accaduto al sommergibile Titan lo scorso 18 giugno 2023, quando implose vicino al relitto del Titanic, provocando la morte di tutte le persone a bordo. 

Le indagini della Guardia Costiera degli Stati Uniti procedono ed emergono diversi dettagli relativi all’implosione, specialmente per individuare i responsabili di questa tragedia che, a quanto pare, poteva essere evitata. 

L’udienza investigativa in corso a Charleston nel South Carolina è volta a “scoprire i fatti relativi all’incidente e sviluppare raccomandazioni per prevenire tragedie simili in futuro.”

OceanGate screenshot sito web
OceanGate Expeditions Website Screenshot – www-oceangateexpedition.com – sardegnaoggi.it

Una tragedia evitabile

Il sommergibili del marchio OceanGate, non era in grado di sopportare la pressione dell’acqua a così tanti metri di profondità e questo dato era emerso anche in passato. Secondo alcune testimonianze, la struttura del sommergibile era già risultata inadeguata e non aveva superato alcuni test di collaudo. 

I danni dovuti alla tempesta pochi giorni prima

A lasciare ancora di più senza parole, sarebbe la testimonianza che riporta che il 24 maggio 2023, pochi giorni prima dell’infelice ultima immersione del Titan, il sommergibile aveva affrontato una tempesta e il giorno dopo era stato ritrovato mezzo affondato con danni alla carenatura del cono e della coda. A seguire, era stata organizzata un’immersione di prova che aveva fatto emergere ben 13 problemi di sicurezza, problemi che Stockton Rush, Ceo di OceanGate aveva deciso di ignorare, trovando a sua volta la morte nelle profondità dell’ oceano a causa di questa sua mancanza di giudizio.

I timori di David Lochridge e la leggerezza di OceanGate 

L’ex direttore delle operazioni marittime di OceanGate, David Lochridge, aveva sollevato dubbi sulla sicurezza del Titan anni fa, e proprio per questo motivo era stato licenziato.

Lochridge sosteneva che era necessario condurre dei test critici del progetto dello scafo sperimentale per evitare che i passeggeri del Titan potessero essere esposti a un pericolo concreto qualora il sommergibile avesse raggiunto profondità estreme.  

In più, sosteneva anche che il portello di osservazione del sommergibile potesse sostenere una pressione di soli 1300 metri e non di 3.800, ma nonostante questo OceanGate si è rifiutata di pagare il produttore per costruire un portello in grado di resistere alla pressione di 4000 metri. 

Il Titan, in passato aveva eseguito oltre 50 immersioni di prova, tuttavia può essere che i danni provocati dal temporale non abbiano fatto altro che rendere ancora più gravi le falle di sicurezza che erano emerse in passato ma che erano state volutamente ignorate. 

Le immagini e le ultime parole dell’equipaggio

Sono state divulgate le immagini dei resti del Titan in fondo al mare, appoggiati a quasi 4000 metri di profondità, poco distanti dal relitto mastodontico del Titanic.

Oltre a queste immagini sconvolgenti, sono emerse anche le ultime parole dell’equipaggio del Titan che, paradossalmente, volevano essere una assicurazione per la nave madre: “Qui va tutto bene”, o meglio “All good here”.

Probabilmente non sono state parole di buon auspicio, perché pochi secondi dopo averle pronunciate, il Titan è imploso, uccidendo tutti i passeggeri a bordo: l’imprenditore aeronautico Hamish Harding, 58 anni, Shahzada Dawood, 48 anni, suo figlio Sulaiman Dawood, 19 anni, Paul-Henry Nargeolet, appassionato del Titanic, e il Ceo di OceanGate, Stockton Rush, nonché ormai chiaramente uno dei diretti responsabili di questa tragedia.