L‘arte italiana continua a brillare nei cuori e nelle menti di molti, e una delle figure più affascinanti del secondo Novecento, Maria Lai, è tornata negli Stati Uniti con una mostra imperdibile.
Magazzino Italian Art, un rinomato spazio dedicato all’arte italiana, sta ospitando un’importante retrospettiva dal titolo “Maria Lai. A Journey to America”, dal 15 novembre 2024 al 28 luglio 2025. Questa mostra rappresenta un’opportunità unica per esplorare quasi un secolo di creatività, colore e innovazione attraverso le opere di una delle artiste più significative della sua epoca.
La mostra si propone di guidare i visitatori in un viaggio attraverso la carriera di Maria Lai, una Sardegna d’origine che ha saputo unire le sue radici culturali all’Arte Povera e all’influenza della vita e cultura americana. Curata da Paola Mura, questa esposizione presenta circa cento opere, alcune delle quali risalgono ai suoi esordi negli anni ’50, mentre altre provengono dalle sue sperimentazioni più recenti nel campo dell’arte collettiva e relazionale. L’intento è di mostrare come Maria Lai abbia saputo utilizzare la cucitura, la tessitura e il legame emotivo fra le persone per creare opere che non solo sono bellissime, ma raccontano storie di connessione e di esistenza. La curatrice ha sottolineato che “Essere è tessere”, un concetto che riflette come l’esistenza stessa sia un intreccio di relazioni umane.
Molte delle opere di Maria Lai sono state create durante un periodo di grande trasformazione e fermento artistico. La sua connessione con l’Arte Povera è evidente nella scelta di materiali e nel linguaggio visivo. Grazie ai suoi viaggi a Montreal e New York negli anni ’70, l’artista ha avuto l’opportunità di dialogare con altri grandi maestri dell’arte contemporanea, introducendo la sua visione innovativa. Opera dopo opera, i suoi lavori iniziali, come le Tele cucite, superano il concetto tradizionale di supporto, diventando un vero e proprio terreno di indagine. Le composizioni di stoffe utilizzano materiali poveri per esprimere ricchezze emotive e concetti complessi, dando vita a una forma d’arte che è simultaneamente legata alla tradizione e proiettata verso il futuro.
Il ritorno dell’opera di Maria Lai negli Stati Uniti rappresenta non solo la celebrazione del suo talento, ma anche un riconoscimento tardivo del suo impatto sull’arte contemporanea. Da tre decenni la coppia di fondatori di Magazzino, Nancy Olnick e Giorgio Spanu, ha puntato i riflettori su di lei, sottolineando l’importanza della sua figura nel panorama artistico, che troppo spesso è stata trascurata. Spanu e Olnick affermano di essere entusiasti di poter mostrare queste opere, provenienti da collezioni pubbliche e private di rilevanza, per far conoscere al pubblico americano la profondità e la ricchezza del lavoro di Lai. La mostra inoltre procederà in diverse sezioni, delineando un percorso che include opere storiche e più recenti, evidenziando il legame tra la sua terra natale e le esperienze vissute negli Stati Uniti.
Un momento culminante della retrospettiva è rappresentato da una sezione dedicata a opere mai esposte prima, che l’artista portò con sé durante il suo viaggio tra Montreal e New York. Queste opere, cariche di significato, sono esposte insieme a dipinti degli anni ‘50, come “Gregge di pecore”, che oltre a rivelare l’estetica dell’artista, raccontano della sua storia personale e professionale. La mostra vuole quindi offrire una panoramica non solo delle opere, ma anche del mondo interno di Maria Lai, delle sue speranze, delle sue aspirazioni. Si tratta di un viaggio che lei ha compiuto con il cuore e l’anima, un ritorno inteso come protezione delle radici, ma anche come esplorazione di nuove possibilità.
Un’occasione imperdibile per essere testimoni di una storia che abbraccia l’Italia, l’America e oltre, nelle meravigliose creazioni di Maria Lai.
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