In Sardegna una grande svolta ecologica: il nuovo accordo firmato dalla Regione la proietta verso un futuro sempre più sostenibile

Un nuovo accordo di programma triennale è stato siglato tra la Regione Sardegna e il Consorzio Italiano Compostatori , un passo significativo che proietta la regione verso una gestione sempre più sostenibile dei rifiuti organici.

la Sardegna si è imposta come esempio di gestione dei rifiuti all’avanguardia. (www.sardegnaoggi.it)

Questo nuovo capitolo nella collaborazione, che dura da oltre dieci anni, mira a valorizzare il compost come strategica risorsa per il territorio sardo. Scopriamo i dettagli di questa iniziativa e i risultati già ottenuti.

Grazie all’impegno costante con il CIC, la Sardegna si è imposta come esempio di gestione dei rifiuti all’avanguardia. Nel 2022, si è registrato un incredibile 75,8% di raccolta differenziata, con la frazione organica che presenta meno del 3,5% di impurità. Questo non è solo un buon risultato, ma una vera e propria eccellenza, che parla di un’intera comunità impegnata e consapevole. Ma c’è di più: la regione ha raggiunto anche l’autosufficienza impiantistica. Sono 15 gli impianti progettati per elaborare più di 250.000 tonnellate di frazione organica all’anno. Inoltre, diversi impianti sardi hanno ottenuto la certificazione di qualità CIC per il compost, un attestato che garantisce standard elevati e sicurezza per l’utilizzo del prodotto finale.

Questi risultati non sono frutto del caso, ma piuttosto il risultato di una visione condivisa. L’adesione e il sostegno della comunità locale, insieme a strategie ben congegnate, hanno trasformato la Sardegna in un modello da seguire. Ovviamente, il lavoro non è finito: restano da affrontare nuove sfide per mantenere alta l’efficacia della raccolta e il controllo di eventuali impurità nei materiali raccolti.

L’importanza della nuova sinergia

Il compostabile
Il cambiamento è possibile e porta a risultati concreti: l’impiego del compost nelle pratiche agricole, nel florovivaismo e nella gestione forestale

Nel delineare i valori di questo nuovo accordo, l’assessora Rosanna Laconi ha sottolineato che, oltre a rappresentare un rinnovo, esso costituisce un avanzamento verso una Sardegna sempre più ecologica. “Abbiamo raggiunto traguardi straordinari,” ha spiegato Laconi, elencando i risultati ottenuti fino ad ora. Ma non ci si ferma qui, l’orizzonte da raggiungere prevede un aumento dell’impiego del compost nelle pratiche agricole, nel florovivaismo e nella gestione forestale. L’idea è chiara: diminuire l’uso di fertilizzanti chimici e, di conseguenza, contribuire alla salvaguardia del proprio territorio. Un obiettivo che, di certo, richiede impegno, ma che potrebbe portare benefici tangibili sotto molteplici aspetti.

La Laconi ha anche affermato con decisione l’importanza di proseguire nella direzione tracciata, integrando l’economia circolare con la tutela dell’ambiente e il sostegno allo sviluppo locale. Non si tratta solo di gestione dei rifiuti; si parla di un approccio strategico per il futuro della Sardegna, in cui la sostenibilità è un valore aggiunto, non un obbligo. Un messaggio chiaro per tutti i cittadini e le istituzioni: il cambiamento è possibile e porta a risultati concreti.

Valorizzare il territorio sardo attraverso il compost

Il rinnovo di questa collaborazione, come ha dichiarato Lella Miccolis, presidente del CIC, lancia un segnale forte e chiaro. Promuovere la raccolta differenziata e il compost di qualità diventa più di un semplice obiettivo; è un investimento sull’ambiente, sulla valorizzazione del territorio e sull’adozione di pratiche sostenibili che possono migliorare la vita di tutti i giorni. Per Massimo Centemero, direttore del CIC, questo accordo si traduce in una solida sinergia tra settore pubblico e privato. Ma ciò non deve essere inteso come un movimento isolato; i benefici che derivano da questa coesistenza si estendono in modo significativo all’intera comunità sarda.

La valorizzazione del compost non è solo una questione tecnica: ha ripercussioni sulla salute del suolo e sulla qualità delle risorse agricole. Con l’adozione del compost certificato, si possono infatti ottenere risultati eccellenti in agricoltura, riducendo la necessità di ricorrere a prodotti chimici dannosi. Inoltre, la creazione di un ciclo virtuoso di raccolta e utilizzo del compost favorisce l’economia locale, stimola l’innovazione e promuove una cultura della sostenibilità che potrebbe fare la differenza non solo in Sardegna, ma in tutto il Paese.

Con un approccio consapevole e interventi mirati, la Sardegna si avvia verso un futuro in cui il compost non è solo un rifiuto trasformato in risorsa, ma un simbolo del progresso e della responsabilità verso il nostro ecosistema. La strada è lunga, ma i passi già fatti sono un segnale di speranza.