Hai mai sentito parlare del certificato di convivenza? Se convivi senza essere sposato o hai intenzione di farlo, è importante richiederlo.
Spesso si crede che le coppie non sposate che vivono assieme non abbiano gli stessi diritti delle coppie che ufficializzano la loro unione sposandosi. Il matrimonio infatti è un’istituzione sociale e legale che sancisce l’unione tra due individui, riconosciuta e regolamentata dallo Stato e, in molti casi, anche da organizzazioni religiose.
Esso rappresenta un contratto legale, infatti quando due persone si sposano acquisiscono una serie di diritti e doveri reciproci, regolati dalla legge. Inoltre il matrimonio è un impegno morale tra due persone che decidono di condividere la loro vita, con diritti e doveri reciproci.
Ma che dire dei conviventi? Non hanno nessun diritto? Ebbene, seppure non siano legati da un contratto legale, come il matrimonio, i conviventi possono richiedere un documento che è a tutti gli effetti uno strumento legale che conferma la coabitazione e il sostegno reciproco tra persone che convivono stabilmente senza essere sposate.
Questo è il certificato di convivenza ed è particolarmente importante per le coppie non sposate in quanto attesta ufficialmente la loro condizione di conviventi, permettendo loro di accedere a una serie di diritti e benefici che altrimenti sarebbero inaccessibili. Andiamo a vedere nello specifico perché è importante questo certificato.
Secondo la Legge Cirinnà, i conviventi di fatto sono individui maggiorenni legati da relazioni affettive stabili e da un impegno di supporto morale e materiale reciproco. Questi individui non devono essere legati da vincoli di parentela, affinità, adozione, matrimonio o unione civile e possono essere dello stesso sesso o di sesso opposto. Quindi il certificato di convivenza conferma la coabitazione tra due persone sotto la definizione di conviventi di fatto. E i criteri per essere riconosciuti comprendono:
E per attestare la convivenza sono validi diversi documenti:
Ma perché questo certificato è così importante? Come abbiamo detto, il certificato di convivenza è un documento ufficiale che attesta la coabitazione di due o più persone nello stesso domicilio. Quindi, questo certificato può essere utilizzato per accedere a determinati benefici fiscali.
Infatti, consente di dimostrare una convivenza per usufruire di detrazioni fiscali per le spese domestiche condivise o per la dichiarazione dei redditi congiunta, se prevista dalla legge nazionale. In alcuni sistemi previdenziali, il certificato di convivenza permette al partner di accedere a pensioni di reversibilità o a forme di assistenza sociale in caso di decesso o malattia dell’altro convivente.
Inoltre può anche essere necessario per estendere la copertura assicurativa a entrambi i partner. Il certificato può essere richiesto per dimostrare il diritto di prendere decisioni mediche in nome del convivente in caso di emergenze sanitarie, se il convivente non sia in grado di esprimere il proprio consenso.
Oltretutto, esso è spesso necessario per le coppie binazionali, dove un partner può richiedere permessi di soggiorno o di lavoro basandosi sulla convivenza con un cittadino del paese ospitante. In alcuni comuni, il certificato di convivenza può essere utile per accedere a benefici locali come alloggi a canone ridotto, assegni familiari, o altri servizi comunali destinati alle famiglie.
Inoltre, le istituzioni finanziarie possono richiedere un certificato di convivenza per aprire conti congiunti, concedere prestiti o mutui con condizioni favorevoli basate sul reddito familiare combinato. Anche se non fornisce gli stessi diritti di un matrimonio o di una unione civile, in alcuni casi può essere utilizzato per supportare le rivendicazioni in materia di successioni, specialmente in assenza di un testamento.
Le coppie non sposate che scelgono di non ottenere un certificato di convivenza possono trovarsi a rischio di perdere numerosi diritti e benefici. Senza questo certificato, diventa difficile dimostrare ufficialmente la propria condizione di convivente, il che può portare a complicazioni in vari ambiti.
Ad esempio, l’assenza del certificato può impedire l’accesso a detrazioni fiscali e altri benefici fiscali derivanti dalla condivisione delle spese domestiche. Oppure, il partner potrebbe non avere diritto a pensioni di reversibilità o coperture assicurative in caso di decesso o malattia dell’altro convivente. O ancora, potrebbe essere più difficile per un convivente prendere decisioni mediche per conto del partner in situazioni di emergenza.
E per le coppie binazionali, la mancanza del certificato può complicare la richiesta di permessi di soggiorno o di lavoro. Infine, in caso di morte di un partner, il convivente superstite potrebbe non essere riconosciuto come avente diritto alla successione, specialmente in assenza di un testamento.
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