Economia e Lavoro

Lavoro, le figure più richieste dalle aziende a luglio

È boom di assunzioni a luglio nel nostro Paese. Ma quali sono le figure più ricercate in questo mese? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo

Sono oltre 507mila i contratti di assunzione offerti dalle imprese a luglio e 1,3 milioni nel trimestre luglio-settembre, registrando una contrazione della domanda di lavoro di circa 78mila contratti rispetto a luglio 2023 (-13,3%) e di 156mila nel corrispondente trimestre del 2023 (-10,6%). La difficoltà nel reperire i profili richiesti dalle imprese si attesta al 48,4%, principalmente a causa della mancanza di candidati. Questo scenario è delineato dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, elaborato da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Naturalmente, ci sono figure professionali più richieste di altre, ma quali sono?

Fabbri, saldatori e molto altro: ecco quali sono le figure lavorative più richieste a luglio

Unioncamere, in collaborazione con il ministero del Lavoro, ha diffuso il rapporto Excelsior che analizza le prospettive occupazionali in Italia per il mese di luglio. Secondo il rapporto, le posizioni più richieste dalle aziende sono evidenziate insieme a una crescente difficoltà nel trovare personale qualificato nel Paese, nonostante un continuo aumento dell’occupazione. Questa situazione è ormai caratteristica del sistema produttivo italiano, dove spesso mancano le competenze specifiche necessarie per soddisfare le esigenze delle aziende locali. I bassi stipendi, inoltre, non favoriscono l’immigrazione sia interna che dall’estero, contribuendo a rendere la crisi sempre più difficile da affrontare.

Ma vediamo, quindi, quali sono queste figure richieste

Il rapporto mensile sulle prospettive del mercato del lavoro italiano, condotto da Unioncamere in collaborazione con il ministero del lavoro, rivela le difficoltà principali nel reperire figure professionali nel nostro Paese. Attualmente, il 48,4% delle aziende ha segnalato gravi difficoltà o impossibilità nel trovare le competenze necessarie, rispetto al 47,6% registrato il mese precedente.

Fabbri | Pixabay @wundervisuals – Sardegnaoggi

Le professioni più problematiche da reperire variano notevolmente, con una marcata carenza di figure professionali in diversi settori. Gli operai specializzati sono tra i più ricercati, con una difficoltà nel 65% dei casi. In particolare, sono altamente richiesti:

  • Addetti ai macchinari nell’industria tessile (77,8%);
  • Addetti alle rifiniture nel settore delle costruzioni (75,6%);
  • Saldatori e montatori meccanici (74,1%);
  • Fabbri (71,8%);
  • Meccanici artigianali (71,4%);
  • Operai specializzati nel settore alimentare (65,5%);
  • Operai specializzati nel settore tessile (64,7%).

Nessun’altra categoria di professioni supera il 70% di difficoltà di reperimento come gli operai specializzati. Tuttavia, altre categorie soffrono di serie difficoltà di reperimento, inclusi:

  • Professioni tecniche, con una media del 54% e carenze in tutti i settori eccetto quello finanziario;
  • Professioni intellettuali e scientifiche, con una media del 51% e una marcata mancanza di ingegneri.

Quali sono, invece, le professioni meno richieste in questo periodo?

Non tutte le categorie professionali sono, però, scarse in Italia. In alcuni specifici settori, solo raramente le aziende non riescono a trovare i lavoratori necessari o riscontrano difficoltà, motivo per cui sono poco tichieste in questo periodo. Le professioni meno ricercate includono quelle non specializzate, ma anche impiegati e addetti al commercio trovano una relativa disponibilità di persone con le competenze adatte per i ruoli disponibili. Tra i ruoli meno richiesti si trovano:

  • Custodi di attrezzature, edifici o beni (13%);
  • Addetti alle vendite (30,4%);
  • Addetti alle macchine confezionatrici (30,4%);
  • Impiegati nella logistica (33,1%);
  • Impiegati nell’accoglienza e informazione clienti (33,3%).

Nonostante ciò, persiste una generale difficoltà delle aziende italiane nel trovare il personale necessario. Attualmente, il numero di occupati supera i 24 milioni, con un incremento di oltre 400mila addetti rispetto all’anno precedente. Tuttavia, la mancanza di investimenti da parte delle aziende sta contribuendo a rendere il lavoro meno produttivo, caratterizzato da salari bassi e da una generale scarsa attrattività delle posizioni disponibili.

Federico Liberi

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