Farsi accreditare lo stipendio sul conto corrente è la soluzione più pratica, ma c’è un errore che è bene non fare per non avere problemi.
Quando si cambia lavoro è naturale lasciare in azienda le coordinate del conto corrente, sia che lo si abbia in banca sia in posta, così da vedersi accreditato lo stipendio ogni mese. In questo modo si ha la possibilità di poter avere il denaro a disposizione per poterlo utilizzare ogni volta che se ne ha bisogno. Tanti inoltre scelgono l’addebito diretto per il pagamento delle bollette, così da avere la garanzia di saldare con regolarità l’importo senza alcun ritardo.
Non è escluso che si possa cambiare banca o semplicemente IBAN nel corso del rapporto di lavoro, in questo caso diventa necessario comunicare le variazioni all’ufficio amministrazione, così da non andare incontro a problemi e avere la garanzia di ricevere quanto stabilito. È necessario fare la richiesta in forma scritta, ben sapendo che tutto diventerà definitivo dall’accredito successivo.
Accreditare lo stipendio sul conto corrente è facile ma…
In genere nel momento in cui si dà comunicazione all’azienda in merito alle proprie coordinate bancarie viene richiesta anche banca di appoggio e nome dell’intestatario. È quindi normale ci si possa chiedere se tutto sia regolare se il nome risulti diverso da chi deve ricevere il saldo. A volte può effettivamente esserci una discordanza, come accade ad esempio ai ragazzini che iniziano a lavorare e scelgono di avere la somma sul conto dei genitori. Si tratta di una situazione possibile, anche se rara, visto che sono diversi gli istituti di credito che concedono soluzioni vantaggiose anche per i più giovani.
Ma è davvero consentito sfruttare un conto intestato a un’altra persona o si possono avere problemi? Ci sono realtà effettivamente che possono richiedere che il dipendente possa avere un conto proprio e invitino a farlo, è bene sapere cosa dice la regola in questi casi.
Non ci sono particolari preclusioni all’accredito dello stipendio su un conto intestato a un soggetto differente. È semplicemente necessario che si utilizzi un mezzo tracciabile, vanno bene quindi anche una carta prepagata con IBAN o un assegno bancario o postale (senza quindi transitare da un conto corrente, il che renderebbe le somme di fatto impignorabili). È sbagliato anche che l’impresa solleciti il lavoratore ad aprire un conto corrente, nonostante siano diverse le segnalazioni di questo tipo.
Effettuare la procedura su un altro conto potrebbe però portare ad alcuni inconvenienti, che è bene conoscere. L’ufficio delle imposte potrebbe pensare ci sia un rapporto in nero con la persona che ha ricevuto lo stipendio, mentre in realtà si tratta solo di qualcuno che fa “da appoggio”, per questo potrebbero scattare dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Se si desidera sfruttare le coordinate bancarie di un’altra persona almeno per un periodo, sarebbe bene quindi fare una richiesta scritta al datore di lavoro, che dovrà avere cura di conservarla nel caso in cui dovessero essere fatte delle verifiche. È utile che l’informativa possa essere girata anche all’Ispettorato del Lavoro e all’Agenzia dele Entrate, così da non generare sospetti non dovuti.