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Economia e Lavoro

Tasse, chi dovrà pagarne di più nel 2025?

Prime indiscrezioni sulla manovra di bilancio per il 2025, occorrono fondi per il taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef, molti contribuenti rischiano di pagare più tasse

C’è il rischio di un aumento delle tasse? Quali saranno le novità per il 2025 e chi potrebbe trovarsi a pagare di più?Con l’autunno alle porte, le discussioni sulla manovra di bilancio per il 2025 diventano sempre più frequenti, con particolare attenzione al possibile taglio del cuneo fiscale e alla riduzione delle aliquote Irpef.

Queste misure, attualmente in vigore fino al 31 dicembre 2024, necessitano di nuove risorse finanziarie per essere prorogate.

Chi dovrà pagare più tasse nel 2025?

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha evidenziato che, sebbene le entrate tributarie siano in crescita, lo sono in misura inferiore alle aspettative.

Nei prossimi 15 giorni, sono attesi i dati sulle autoliquidazioni Irpef e il pagamento della quinta rata della rottamazione quater, in scadenza il 15 settembre. Il Governo spera di ottenere un extragettito fiscale di 10 miliardi di euro per sostenere il taglio Irpef e il cuneo fiscale.

Chi dovrà pagare più tasse nel 2025? – (sardegnaoggi.it)

 

Va ricordato, tuttavia, che molti contribuenti sono già decaduti dalla rottamazione quater, riducendo così le entrate fiscali. Inoltre, restano incerti gli effetti del concordato preventivo biennale, dal quale ci si aspettano maggiori entrate legate alla lotta all’evasione fiscale.

Per finanziare il taglio del cuneo fiscale sono necessari circa 14 miliardi di euro, il che si traduce in un aumento di circa 100 euro in busta paga per i lavoratori con redditi fino a 35.000 euro annui. Per quanto riguarda il taglio dell’Irpef, che comporta un costo di 4,3 miliardi di euro, le risorse dovrebbero essere già disponibili.

Questo è possibile grazie all’introduzione della Global minimum tax e all’eliminazione dell’ACE, un’agevolazione fiscale per la capitalizzazione delle imprese.

Un contributo di due miliardi di euro dovrebbe provenire dalla spending review sui Ministeri.

Per recuperare ulteriori risorse, si sta valutando un taglio delle agevolazioni fiscali, in particolare delle detrazioni fiscali, che potrebbe portare a un recupero di circa 3 miliardi di euro.

Questo rappresenterebbe un ulteriore taglio rispetto a quello già previsto nella legge di bilancio per il 2024, i cui effetti si vedranno a partire dalla dichiarazione dei redditi presentata nel 2025.

Nel 2024, le aliquote Irpef sono strutturate come segue:

  • 23% per redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per redditi compresi tra 28.001 e 50.000 euro;
  • 43% per redditi superiori a 50.001 euro.

Il taglio dell’Irpef, attualmente valido fino al 31 dicembre 2024, ha comportato un risparmio fiscale per i redditi medi. Tuttavia, per compensare questo beneficio, sono stati introdotti tagli alle detrazioni fiscali. Per i contribuenti con redditi superiori a 50.000 euro, è stata applicata una franchigia alle detrazioni fiscali pari a 260 euro. Questa decurtazione corrisponde al massimo risparmio ottenibile grazie al taglio delle aliquote Irpef, annullando di fatto il vantaggio per i redditi superiori a 50.000 euro.

Tale taglio si applica alle detrazioni fiscali con aliquota del 19%.
La decurtazione non viene però applicata alle spese sanitarie, ma in questo caso sappiamo che già c’è la franchigia di 129,11 euro.

Si ipotizza ora un ulteriore taglio delle agevolazioni fiscali che porterà molti contribuenti a versare più tasse. Per ora non vi sono certezze, infatti, si ipotizza di trovare risorse anche attraverso l’emissione di nuovi titoli pubblici.

Giulia De Sanctis

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