Dall’Italia e la Francia arrivando fino a Gibilterra, dove sono le tasse più basse del continente? Scopriamolo
L’IVA, acronimo di imposta sul valore aggiunto, rappresenta una delle principali fonti di entrate per i governi europei e ha un impatto diretto su consumatori e imprese. In tutta l’Unione Europea, gli Stati membri sono tenuti a rispettare un’aliquota IVA standard minima del 15% e un’aliquota ridotta minima del 5%. Tuttavia, la realtà fiscale europea è molto variegata, con alcuni paesi che applicano aliquote significativamente più basse, creando opportunità interessanti per chi cerca di ottimizzare i propri costi.
In Europa, esistono differenze notevoli nelle aliquote IVA tra i vari Stati membri. Ad esempio, il Lussemburgo si distingue per avere una delle aliquote IVA più basse dell’Unione Europea, fissata al 16%. Questo tasso favorevole rende il paese particolarmente attrattivo sia per i consumatori sia per le aziende che operano a livello internazionale. Seguono Malta e Cipro, con aliquote rispettivamente del 18% e del 19%. Queste condizioni fiscali vantaggiose possono influenzare le decisioni di acquisto e di investimento, specialmente in settori sensibili come quello tecnologico o farmaceutico.
Oltre alle aliquote standard, molti paesi europei applicano anche aliquote ridotte su beni e servizi essenziali, come alimenti e medicinali, per mitigare l’impatto fiscale sui consumatori. Ad esempio, l’Italia e la Francia applicano aliquote ridotte rispettivamente al 10% e al 5,5% su alcuni beni di prima necessità. Queste aliquote ridotte rappresentano un’ulteriore leva fiscale che può influenzare i comportamenti di consumo e favorire determinate categorie merceologiche.
Esistono, però, situazioni ancora più peculiari all’interno dell’Unione Europea, dove l’IVA non viene applicata affatto o si adottano tassi estremamente ridotti. Questi territori godono di regimi fiscali speciali, spesso ereditati da normative precedenti, che li rendono particolarmente vantaggiosi per determinate operazioni commerciali.
Un esempio emblematico è rappresentato dalle Isole Canarie, una comunità autonoma della Spagna. Sebbene facciano parte dell’UE, le Canarie sono esenti dall’IVA e applicano invece un’imposta locale sulle vendite, il cosiddetto IGIC (Impuesto General Indirecto Canario), che ha un’aliquota standard del 7%, decisamente inferiore alla media europea. Questa esenzione ha trasformato le Canarie in una meta ambita non solo per i turisti, ma anche per le aziende che cercano di minimizzare i costi operativi.
Un altro caso interessante è quello di Livigno, una località alpina italiana che, grazie al suo status di zona franca, è esente dall’IVA. Questa peculiarità rende Livigno una destinazione popolare per lo shopping, soprattutto per l’acquisto di beni di lusso come orologi e gioielli, a prezzi nettamente inferiori rispetto al resto del territorio italiano.
Anche Campione d’Italia, un’enclave italiana situata in Svizzera, gode di uno status fiscale unico. Qui non si applica l’IVA italiana, ma una tassa locale di acquisto molto più bassa, il che crea un ambiente favorevole per il commercio e le attività imprenditoriali.
Esistono anche territori europei d’oltremare che operano al di fuori del regime IVA dell’UE. Ad esempio, Akrotiri e Dhekelia, due basi sovrane britanniche situate a Cipro, sono escluse dall’area IVA dell’UE, creando opportunità fiscali per alcune operazioni commerciali, sebbene la loro rilevanza economica sia limitata rispetto ad altre regioni.
Büsingen am Hochrhein, un’enclave tedesca in Svizzera, rappresenta un altro caso peculiare: qui si applica l’IVA svizzera, generalmente inferiore a quella tedesca. Questa differenza crea un vantaggio per le imprese e i residenti locali, che possono beneficiare di aliquote più basse rispetto a quelle vigenti in Germania.
Infine, Gibilterra, un territorio britannico situato all’estremità meridionale della Spagna, è esente dall’IVA. Con una politica fiscale particolarmente favorevole, Gibilterra è diventata un centro nevralgico per le aziende del settore finanziario e del gaming, attratte dalle condizioni economiche vantaggiose e dalle basse imposte sui redditi.
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