Decadenza bonus prima casa, quali sanzioni può comportare?

Un’agevolazione indirizzata a chi rispetta determinati requisiti. Ma cosa accade se in cui certe specifiche non vengono più soddisfatte?

Il bonus prima casa rappresenta una significativa agevolazione fiscale che consente ai contribuenti di acquistare una prima abitazione a condizioni economiche particolarmente vantaggiose. Tuttavia, il mantenimento di questi benefici è subordinato al rispetto di precisi requisiti che, se non osservati, possono portare alla decadenza del bonus, con conseguenze economiche non trascurabili. Ecco quindi le condizioni per accedere al bonus prima casa, per quanto tempo devono essere rispettate e cosa succede nel caso in cui queste non vengano più soddisfatte.

Che cos’è il bonus prima casa

Il bonus prima casa consente di godere di vantaggi fiscali al momento dell’acquisto dell’abitazione principale. Questo non implica necessariamente che debba trattarsi del primo immobile acquistato in assoluto dall’acquirente, bensì di quello destinato ad essere utilizzato come abitazione principale, ovvero il luogo in cui si risiede stabilmente o dove si ha intenzione di trasferire la residenza entro 18 mesi dall’acquisto.

I benefici fiscali previsti dalla normativa variano a seconda della natura del venditore. Se si acquista l’immobile da un’impresa costruttrice, le agevolazioni consistono in un’aliquota IVA ridotta al 4% e il pagamento di imposte fisse pari a 200 euro per le imposte catastale, ipotecaria e di registro. Nel caso di acquisto da un privato, invece, si ha diritto a una riduzione dell’imposta di registro al 2% (invece del 9%), mentre le imposte ipotecaria e catastale ammontano a soli 50 euro ciascuna.

Mutuo
Mutuo | Pixabay @satheeshsankaran – sardegnaoggi.it

I requisiti necessari

Per beneficiare di queste agevolazioni, l’acquirente deve rispettare una serie di condizioni. Prima di tutto, non deve possedere altre abitazioni per le quali abbia già usufruito delle agevolazioni “prima casa”. In aggiunta, non può possedere altre abitazioni nello stesso Comune in cui si trova l’immobile che sta acquistando. Inoltre, deve trasferire la propria residenza nel Comune dove si trova la casa acquistata entro 18 mesi dall’atto di compravendita. Se queste condizioni non vengono rispettate, il Fisco può revocare il beneficio.

È importante sottolineare che il bonus prima casa può decadere anche se l’immobile viene venduto prima che siano trascorsi cinque anni dall’acquisto. In questo caso, per evitare la perdita delle agevolazioni, è necessario acquistare un’altra abitazione da destinare a prima casa entro 12 mesi dalla vendita. Questa eccezione consente di evitare la revoca del bonus e le sanzioni economiche associate.

Il rischio sanzioni

Quando si verifica la decadenza del bonus prima casa, le conseguenze economiche possono essere molto pesanti. In primo luogo, il contribuente sarà tenuto a restituire le imposte che ha risparmiato al momento dell’acquisto, ma applicando le aliquote piene. Ad esempio, l’imposta di registro, che inizialmente era stata calcolata al 2%, verrà ricalcolata al 9%. Anche le imposte ipotecaria e catastale subiranno un aumento significativo, passando rispettivamente al 2% e all’1%. A queste differenze si aggiunge una sanzione del 30% sull’importo delle imposte dovute.

Inoltre, il Fisco ha tre anni di tempo per effettuare controlli sull’acquirente e verificare la veridicità delle dichiarazioni fornite al momento dell’acquisto. Se risulta che i requisiti per l’accesso al bonus non sono stati rispettati, può procedere con il recupero delle somme indebitamente fruite, maggiorate dalla sanzione.

Le situazioni che possono portare alla decadenza del bonus sono varie e comprendono la mancata vendita di una precedente abitazione acquistata con le agevolazioni “prima casa”, il mancato trasferimento della residenza entro i termini previsti o la vendita dell’immobile prima dei cinque anni senza procedere all’acquisto di una nuova abitazione principale. Anche la sottoscrizione di una dichiarazione non veritiera nell’atto di acquisto, come nel caso in cui l’immobile rientri in categorie di lusso, può comportare la perdita dei benefici.

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