Blocco buoni pasto, non potrai più utilizzarli: la decisione stronca i lavoratori, ormai è stata approvata

I buoni pasto, noti anche come ticket restaurant, rappresentano un beneficio particolarmente apprezzato da molti lavoratori.

Questi strumenti consentono di coprire le spese sostenute durante la pausa pranzo o per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi convenzionati. Tuttavia, spesso ci si interroga su quanti buoni pasto sia possibile utilizzare in un solo giorno. La normativa vigente in materia di buoni pasto offre linee guida precise su questo argomento e su altre questioni correlate.

Blocco buoni pasto, non potrai più utilizzarli
Limiti buoni pasto: come funziona oggi (sardegnaoggi.it)

In base al decreto 122/2017 del Ministero dello Sviluppo Economico, che attua l’articolo 144, comma V, del D.lgs. 60/2016, esiste un limite ben definito all’uso dei buoni pasto per singola transazione. È possibile utilizzare un massimo di 8 buoni pasto per lo stesso acquisto. Questo significa che il limite non è giornaliero, ma si applica per ogni singola operazione di pagamento. Ad esempio, se si desidera separare il conto in due transazioni distinte, si potranno utilizzare fino a 16 buoni pasto, con un massimo di 8 per ciascuna transazione.

Limiti buoni pasto: come funziona oggi

È importante sottolineare che non esiste un limite massimo di importo che si può pagare con i buoni pasto, poiché questo dipende dal valore facciale dei ticket stessi. Tuttavia, per quanto riguarda gli aspetti fiscali, i buoni pasto cartacei di importo pari o inferiore a 4,00 euro e quelli elettronici fino a 8,00 euro godono di esenzioni fiscali. Solo l’eccedenza rispetto a questi importi viene tassata. Le agevolazioni fiscali, dunque, sono concepite per un uso medio di un buono pasto al giorno, per consentire ai datori di lavoro di beneficiare delle detrazioni previste.

la decisione stronca i lavoratori, ormai è stata approvata
Problemi con i buoni pasto (sardegnaoggi.it)

Il panorama dei buoni pasto diventa più complesso quando si considera la variabilità delle regole applicate dai diversi esercizi commerciali. Alcuni supermercati, ad esempio, consentono di coprire solo una parte della spesa con i buoni pasto, spesso il 50%, anche se non si supera la soglia di 8 ticket per transazione. Altri supermercati, invece, possono limitare l’uso dei buoni pasto su prodotti in offerta o promozionali.

Secondo quanto stabilito dal decreto 122/2017, è chiaro che i buoni pasto possono essere utilizzati solo per l’acquisto di prodotti alimentari e bevande. Questo implica che non sono ammessi per l’acquisto di beni non commestibili. La logica sottesa è che i prodotti acquistati servano per la preparazione dei pasti da consumare durante l’orario di lavoro. Inoltre, è esplicitamente vietata la cessione dei buoni pasto a terzi, inclusi i familiari, e non possono essere venduti o scambiati. Quindi, il dipendente a cui sono intestati deve essere l’unico a poterli utilizzare.

Un altro aspetto cruciale da tenere a mente è che i buoni pasto devono essere spesi per l’intero valore facciale. Questo significa che non è possibile ottenere il resto qualora l’importo della spesa fosse inferiore al totale dei buoni pasto utilizzati. L’utilizzo dei buoni pasto è regolato anche dal tipo di esercizio commerciale presso cui si decide di spenderli. Oltre ai supermercati, i buoni pasto possono essere usati in bar, agriturismi, mercati e ittiturismi, tra gli altri. Tuttavia, è sempre consigliabile verificare con l’esercente quali tipologie di buoni pasto sono accettate e quali limitazioni sono in vigore per evitare spiacevoli sorprese al momento del pagamento.

In conclusione, mentre i buoni pasto offrono una notevole comodità e un risparmio economico, è fondamentale conoscerne le regole di utilizzo per trarne il massimo vantaggio senza incorrere in errori. Con un’attenta gestione e un po’ di pianificazione, i buoni pasto possono rappresentare un aiuto significativo per i lavoratori nella gestione delle spese quotidiane legate all’alimentazione.