Scatta la doppia tassazione per i lavoratori, ennesima stangata del Governo

ineNon arrivano buone notizie dai provvedimenti assunti dal Governo. Una vasta platea di lavoratori avrà una doppia tassazione

I provvedimenti attuati dal Governo presieduto da Giorgia Meloni andranno a influire sulla determinazione della base imponibile, poiché l’importo finale su cui calcolare l’Iva deve tenere conto di tale sconto. Per questo, cittadini e aziende devono ora un’approfondita comprensione delle norme fiscali e delle dinamiche contrattuali tra le parti coinvolte. Le aziende devono mantenere una rigorosa attenzione al dettaglio per garantire che le aliquote Iva siano applicate correttamente, in modo da evitare problemi fiscali e ottimizzare la gestione dei fringe benefit offerti ai dipendenti.

Doppia aliquota da pagare
Gli ultimi provvedimenti del Governo Meloni – (sardegnaoggi.it)

L’Italia, da tempo, vive una situazione economica complessa. Per questo, ogni provvedimento governativo suscita discussioni. E spesso polemiche. Entriamo allora nel dettaglio di questa ulteriore misura varata dall’Esecutivo. Un provvedimento che riguarda sia i cittadini e lavoratori. Ma anche le aziende.

La doppia tassazione

La gestione dei buoni pasto rappresenta una sfida complessa per molte aziende, specialmente sotto il profilo contabile e fiscale. Uno degli aspetti più intricati riguarda l’applicazione corretta delle aliquote Iva, una questione che non sempre è evidente e intuitiva. La normativa italiana stabilisce due aliquote Iva differenti per i buoni pasto, che variano in base al tipo di contratto e al rapporto tra le parti coinvolte. Comprendere quale aliquota applicare è cruciale per evitare errori fiscali e garantire la conformità alle leggi vigenti.

Doppia tassazione
La doppia aliquota da pagare – (sardegnaoggi.it)

I buoni pasto sono dei titoli di pagamento che i datori di lavoro forniscono ai propri dipendenti come parte dei fringe benefit. Questi titoli consentono ai lavoratori di acquistare pasti o prodotti alimentari presso esercizi convenzionati. I buoni pasto possono essere emessi in formati diversi: cartacei, elettronici o digitali. I buoni cartacei sono voucher fisici, mentre quelli elettronici vengono gestiti tramite una carta elettronica o un’applicazione mobile. Infine, i buoni digitali funzionano esclusivamente tramite app.

Dal punto di vista fiscale, l’applicazione dell’Iva sui buoni pasto dipende dal tipo di accordo contrattuale esistente:

  1. Aliquota del 10%: Si applica quando i buoni pasto sono gestiti attraverso i gestori delle mense aziendali o interaziendali. In questo caso specifico, la somministrazione di cibo e bevande è trattata come un servizio, e quindi soggetta all’aliquota Iva del 10%.
  2. Aliquota del 4%: È prevista quando esiste un rapporto diretto tra la società emittente dei buoni pasto e il datore di lavoro. Qui, il buono pasto è visto come un titolo di pagamento diretto per servizi di mensa, con un’aliquota ridotta al 4%.

La determinazione della base imponibile su cui applicare l’Iva è un altro aspetto fondamentale. Esistono tre metodi principali per calcolare la base imponibile:

  • Dal valore facciale del buono: Si sottrae la percentuale di sconto incondizionato pattuita e si scorpora l’Iva al 10% per ottenere l’imponibile.
  • Dal valore facciale del buono con Iva al 4%: Anche qui, si sottrae lo sconto incondizionato e si calcola la base imponibile con l’Iva al 4%.
  • Valore facciale meno sconto incondizionato: Questa è la base imponibile su cui si applica l’Iva, a prescindere dall’aliquota specifica.

L’importanza di applicare correttamente l’aliquota Iva non può essere sottovalutata, poiché influisce direttamente sull’importo imponibile e sulla regolarità fiscale delle transazioni. La normativa di riferimento, il Decreto n. 122/2017 del Ministero dello Sviluppo Economico, regola l’uso dei buoni pasto come mezzo sostitutivo del servizio mensa aziendale, stabilendo le modalità di emissione e utilizzo.

Le aziende devono dunque seguire scrupolosamente le linee guida per evitare sanzioni e complicazioni legali. Quando si instaura un rapporto tra datore di lavoro e la società emittente dei buoni pasto, la normativa impone l’applicazione dell’aliquota del 4%. Questo è stabilito dal n. 37 della Tabella A, parte II, del DPR n. 633 del 1972, che regola la somministrazione di alimenti e bevande. Questo principio è estendibile all’uso dei buoni pasto. Al contrario, se la relazione è tra la società emittente e la mensa aziendale, l’aliquota applicabile è del 10%.