In un contesto economico sempre più incerto, trovare soluzioni per anticipare l’età pensionabile può sembrare un’utopia.
Tuttavia, esiste uno strumento legale e accessibile che permette di smettere di lavorare fino a 10 anni prima del pensionamento ufficiale: la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA). Introdotta dalla legge 205/2017, la RITA rappresenta una possibilità concreta per chi ha saggiamente optato per una pensione complementare.
Aderire a un fondo pensione è un passo cruciale per assicurarsi una sicurezza finanziaria a lungo termine. I fondi pensione offrono una seconda fonte di reddito che può integrare l’assegno pensionistico dell’INPS, spesso insufficiente, soprattutto quando calcolato interamente con il sistema contributivo. Tuttavia, i fondi pensione tradizionali prevedono regole rigide per la liquidazione della rendita, generalmente allineate con i requisiti per la pensione obbligatoria. Ed è qui che la RITA si rivela uno strumento prezioso.
Che cos’è la RITA?
La RITA non è un’alternativa alla pensione ordinaria, ma piuttosto un ponte che permette ai lavoratori di accedere alla pensione integrativa prima del tempo. A differenza dell’Ape Sociale e dell’Isopensione, che richiedono il raggiungimento di specifici requisiti, la RITA offre maggiore flessibilità. Essa consente di utilizzare i fondi accumulati nella pensione complementare per ottenere una rendita temporanea, fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.
I potenziali beneficiari della RITA si dividono in due categorie: i beneficiari A e i beneficiari B. I beneficiari A possono richiedere la RITA se:
- Hanno cessato l’attività lavorativa.
- Raggiungeranno l’età pensionabile di vecchiaia entro 5 anni dalla cessazione dell’attività.
- Hanno accumulato almeno 20 anni di contributi nel regime obbligatorio e 5 anni in una pensione complementare.
I beneficiari B, invece, devono essere disoccupati da oltre 24 mesi, con l’età per la pensione di vecchiaia raggiungibile entro 10 anni dal termine di inoccupazione, e avere almeno 5 anni di contributi in una pensione complementare.
La RITA è accessibile sia ai lavoratori del settore pubblico che privato, a condizione che abbiano aderito a fondi pensione o piani individuali pensionistici. Tuttavia, non è disponibile per chi aderisce a fondi preesistenti in regime di prestazione definita. È essenziale che l’iscrizione al fondo sia di almeno cinque anni.
Un aspetto cruciale della RITA è che, per richiederla, è necessario aver cessato il lavoro che finanzia il fondo pensione. Tuttavia, non è obbligatorio restare disoccupati durante il periodo di percezione della RITA. Infatti, si può riprendere a lavorare, a meno che il regolamento del fondo non preveda diversamente.
Una volta raggiunti i 67 anni, che attualmente rappresentano l’età pensionabile, la RITA si interrompe, e il beneficiario inizia a percepire la pensione erogata dall’INPS. Anche se l’età pensionabile è soggetta a revisione biennale in base all’aspettativa di vita, la RITA rimane cumulabile con altre forme di pensionamento anticipato, come Quota 100, Opzione Donna, e Ape Sociale.
La convenienza della RITA dipende molto dalle esigenze personali. Tra i vantaggi, c’è la possibilità di avere un reddito in caso di disoccupazione in età avanzata. Tuttavia, riscattare anticipatamente il capitale dal fondo pensione può ridurre la rendita futura. È fondamentale valutare attentamente se il capitale accumulato è sufficiente a garantire una rendita adeguata.
Considerazioni fiscali
Dal punto di vista fiscale, la RITA offre vantaggi significativi. La tassazione sostitutiva può ridursi fino al 9% grazie a riduzioni progressive in base agli anni di partecipazione al fondo. Tuttavia, optare per la tassazione ordinaria potrebbe essere più vantaggioso in alcuni casi, e per questo è consigliabile consultare un esperto.
La richiesta va inoltrata al fondo pensione di appartenenza, seguendo le indicazioni e i moduli specifici forniti. Le tempistiche per la liquidazione variano a seconda del fondo.
La RITA rappresenta una valida opzione per chi desidera smettere di lavorare anticipatamente, purché si abbia cura di valutare attentamente le proprie esigenze finanziarie e le implicazioni a lungo termine.