In aggiunta al bonus Renzi, il nuovo incentivo Meloni arriva direttamente in busta paga. Ma quanto spetta? Facciamo chiarezza insieme.
Il nuovo bonus introdotto dal governo Meloni si prepara a entrare nelle buste paga degli italiani dal 2025, rinnovando il sistema di incentivi fiscali sui redditi medio-bassi. Se ne parla già da ora però perché questa novità segna un ulteriore tentativo di alleviare la pressione fiscale sui lavoratori e si configura come una misura sostitutiva del taglio dei contributi, attualmente in vigore fino a fine 2024. Diversamente dal bonus Renzi – che nel 2014 aveva previsto 80 euro al mese esentasse – il nuovo bonus Meloni è strutturato per adattarsi al reddito del beneficiario con importi variabili e così da rendere più equa la distribuzione fiscale.
Al momento il trattamento integrativo introdotto nel 2020 garantisce fino a 100 euro mensili esentasse a chi ha redditi tra 8.174 e 15.000 euro e in misura ridotta fino a 28.000 euro di reddito annuo. Dal 2025 questo importo sarà accompagnato dal nuovo bonus Meloni per chi ha redditi fino a 20.000 euro: si tratta di un contributo integrativo senza esclusioni per gli incapienti che sopra questa soglia diventa un incremento delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente.
Come varia l’importo del bonus Meloni in base al reddito: tutte le percentuali
Come accennato prima, l’importo del bonus varia percentualmente in base al reddito: per chi guadagna fino a 8.500 euro, si aggiungerà una percentuale del 7,1%, scendendo al 5,3% tra 8.500 e 15.000 euro e al 4,8% per i redditi superiori. Questo implica un beneficio netto in busta paga che potrà arrivare, nella maggior parte dei casi, a 80 euro mensili, curiosamente lo stesso importo riconosciuto dal governo Renzi, ma con un meccanismo più articolato.
Di fatto però il bonus Meloni non garantisce un aumento netto della busta paga rispetto al dicembre 2024, quando era ancora attivo lo sgravio contributivo, e per alcuni lavoratori potrebbe addirittura risultare meno vantaggioso. Per chi ha redditi tra 20.000 e 32.000 euro, infatti, il bonus si concretizzerà in una maggiorazione della detrazione da lavoro dipendente di circa 1.000 euro annui, pari a 83,33 euro al mese, che compensa solo in parte il taglio dello sgravio contributivo.
Ma facciamo un esempio per comprendere meglio il meccanismo alla base: chi guadagna 35.000 euro avrà circa 52 euro in più, ma questo rimane inferiore al beneficio precedente con un risparmio complessivo che risulta quindi ridotto. Solo per chi percepisce redditi tra 35.000 e 40.000 euro, finora esclusi dallo sgravio contributivo, il bonus Meloni porterà un incremento in busta paga che nel migliore dei casi sarà di circa 50 euro netti al mese, decrescendo progressivamente fino a zero per redditi a 40.000 euro.
Insomma, il bonus Meloni mira a una redistribuzione dei benefici fiscali, ma il passaggio da un taglio contributivo a uno fiscale comporta guadagni solo per alcuni lavoratori, mentre altri potrebbero trovare la misura meno vantaggiosa rispetto al regime attuale.