Condominio, non sei obbligato all’impianto centralizzato: quando puoi staccarti (e risparmiare)

Il distacco dall’impianto di riscaldamento centralizzato: una guida per i condomini. Si può risparmiare un bel po’

Il distacco dall’impianto di riscaldamento centralizzato in un condominio è un tema di crescente interesse, specialmente con l’avvicinarsi della stagione invernale. Molti proprietari di immobili situati in condomini valutano la possibilità di scollegarsi dall’impianto centralizzato per ottenere un risparmio sui consumi, che negli ultimi anni sono diventati sempre più onerosi, e per godere di una maggiore autonomia nella gestione delle tempistiche di accensione delle caldaie.

Distacco riscaldamento centralizzato
Come distaccarsi dal riscaldamento centralizzato – (sardegnaoggi.it)

Una volta effettuato il distacco, con le modalità che vi spiegheremo di qui a breve, il condomino deve installare un impianto autonomo per evitare di beneficiare ingiustamente del calore prodotto dall’impianto centralizzato, il che potrebbe causare un sovraccarico di lavoro e un aumento dei costi per gli altri condomini. La mancata installazione di un impianto autonomo potrebbe generare ulteriori spese non previste inizialmente nella perizia tecnica.

Normativa e diritti dei condomini

Dal 2012, con la riforma del condominio, la normativa italiana ha introdotto la possibilità per i singoli condomini di distaccarsi dall’impianto centralizzato, optando per un impianto di riscaldamento autonomo. Questo diritto è sancito dall’articolo 1118 del codice civile, che stabilisce però alcune condizioni essenziali per procedere al distacco. La legge, infatti, permette il distacco a condizione che non vengano arrecati danni agli altri condomini e che non si creino squilibri significativi nel funzionamento dell’impianto centralizzato.

Risparmio distacco riscaldamento
Riscaldamento autonomo: si risparmia? – (sardegnaoggi.it)

Numerose sentenze della Corte di Cassazione hanno contribuito a definire e circoscrivere l’ambito di applicazione di questa norma, evidenziando l’importanza di rispettare le condizioni previste. In particolare, il distacco non deve comportare un aumento dei costi per gli altri condomini né danneggiare l’impianto comune. Pertanto, il condomino che intende distaccarsi deve presentare una perizia tecnica a supporto, redatta da un professionista qualificato, che attesti l’assenza di effetti negativi per l’impianto e per gli altri condomini.

Una volta ottenuta la perizia, il passo successivo è informare l’amministratore del condominio. Anche se la legge non richiede l’approvazione preventiva dell’assemblea condominiale, è buona prassi comunicare le proprie intenzioni. In assenza di una perizia tecnica che dimostri il rispetto delle condizioni, sarà l’assemblea condominiale a valutare l’opportunità del distacco, considerando anche l’eventuale impatto negativo su altri condomini.

Il regolamento condominiale, anche se di natura contrattuale, non può vietare il distacco dall’impianto centralizzato. Qualsiasi clausola che imponga tale divieto è considerata nulla, poiché limita un diritto fondamentale del condomino. La giurisprudenza della Corte di Cassazione è chiara nel ritenere illegittima qualsiasi norma regolamentare che impedisca il distacco, trattandosi di una questione che riguarda la libertà del singolo di gestire la propria unità immobiliare.

Per quanto riguarda le spese condominiali, il condomino distaccatosi non è tenuto a partecipare alle spese di riscaldamento effettive. Ma deve comunque contribuire a quelle di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto centralizzato, in quanto esso rientra tra le parti comuni del condominio. Inoltre, è obbligato a pagare i cosiddetti “consumi involontari”, ovvero quei benefici indiretti derivanti dall’accensione dell’impianto centralizzato, come il riscaldamento delle zone comuni.

In situazioni in cui più condomini desiderano distaccarsi, è necessario valutare attentamente l’impatto complessivo sull’impianto centralizzato. Un numero eccessivo di distacchi potrebbe infatti causare squilibri significativi e aumentare i costi per i rimanenti condomini. In questi casi, è opportuno discutere la questione in assemblea per trovare una soluzione condivisa che rispetti le normative vigenti.

Infine, è essenziale che il distacco e l’installazione dell’impianto autonomo rispettino le normative nazionali e regionali in materia di efficienza energetica e sicurezza. Questi passaggi garantiscono non solo il rispetto della legge, ma anche la tutela del comfort abitativo e della sicurezza di tutti i condomini.