Pensioni, previsto il ritorno della legge Fornero: ecco tutte le opportunità per anticipare la pensione. Ecco come fare: requisiti e metodo.
La legge di Bilancio 2025 è al vaglio del Parlamento che dovrà approvarla entro il 31 dicembre 2025. Diverse le modifiche che sono state proposte anche dall’opposizione e che richiedono un’attenta analisi. L’occhio di riguardo è rivolto verso la scuola, la sanità ma anche le pensioni. Tre temi sociali che meritano una particolare valutazione e a cui vanno apportati degli adeguamenti rispetto alla legge iniziale. Quel che appare certo è che dal prossimo anno tornerà in vigore la legge Fornero, nota per la sua rigidità.
La normativa infatti prevede un’età pensionabile e requisiti contributivi più elevati rispetto a quanto disposto precedentemente. Insomma andare in pensione sembra essere sempre più un utopia, un privilegio che solo pochi possono concedersi. A fare da contraccolpo alle regole imposte dalla legge Fornero, l’attenzione che il Governo Meloni ha riservato alla normativa sul prepensionamento. Si può infatti anticipare la pensione, ma solo se sono presenti determinati requisiti e se la richiesta viene fatta seguendo alcune modalità.
L’età media per andare in pensione, secondo alcune indagini Istat, è di circa 64 anni. Tuttavia è possibile anticipare il pensionamento: chi è nato tra il 1958 e il 1963 potrà avanzare la richiesta che dovrà tenere conto dell’età, ma anche dei contributi versati. La manovra prevede la pensione per vecchiaia a chi ha 67 anni di età, e ha almeno 20 anni di contributi versati. Poi c’è la pensione anticipata contributiva: che è riservata a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 o ha versato contributi alla Gestione Separata. In questo caso si potrà andare in pensione a partire dai 64 anni, con almeno 20 anni di contributi
Pensionamento agevolato: tutte le opzioni
Sono state inoltre previste una serie di pensioni agevolate, che sono misure destinate ad agevolare alcune categorie. Tali agevolazioni sono ad oggi al vaglio dei tecnici Camera dei Deputati che hanno sollevato alcuni dubbi economici. Si tratta di Opzione donna, che può essere richiesta dalle lavoratrici che hanno almeno 61 anni di età e 35 anni di contributi: disoccupate, quelle impiegate in aziende in crisi, e le lavoratrici che svolgono attività di assistenza a familiari disabili (con un’invalidità del 74%), sono le categorie che possono beneficiarne.
Poi c’è Quota 103 che favorisce le lavoratrici che hanno 62 anni con almeno 41 anni di contributi versati. E infine c’è Ape Sociale che permette di andare in pensione a 63 anni e 5 mesi, con almeno 30 anni di contributi versati. Le misure citate non sono state ancora approvate e potrebbero non essere promosse.
Fino all’approvazione della Legge di Bilancio, che renderà ufficiale ogni misura adottata dal governo, la situazione delle pensioni 2025 rimarrà in bilico. Chi andrà in pensioni nel 2025 dovrà attendere ancora qualche settimana per prendere atto di come e quando potrà percepire quanto gli spetta dopo anni di lavoro e di pagamento contributi.