Se inserisci questa parola nella causale di un bonifico ti bloccano subito il conto: non potrai più prelevare nè pagare

Attenzione quando fai un bonifico. Una causale sbagliata può metterti nei guai. Un caso emblematico dei limiti dell’automatizzazione bancaria

Un episodio alquanto singolare ha recentemente coinvolto un risparmiatore, il cui conto corrente è stato bloccato a causa di una semplice parola inserita nella causale di un bonifico. Questo caso mette in luce come le procedure di sicurezza automatizzate, pur essendo progettate per garantire la sicurezza delle transazioni, possano talvolta risultare eccessivamente zelanti, causando disagi ingiustificati.

Conto corrente bloccato
Attenzione alla causale o ti bloccano il conto – (sardegnaoggi.it)

Questo episodio evidenzia diverse criticità nel sistema di controllo delle banche. Sebbene sia fondamentale garantire la sicurezza delle transazioni finanziarie e prevenire il finanziamento di attività illegali, è altrettanto importante che le banche siano in grado di distinguere tra transazioni sospette e legittime. L’approccio attuale, troppo spesso basato su controlli automatizzati e standardizzati, manca di flessibilità e può portare a blocchi ingiustificati come quello vissuto dal cliente.

L’incubo del conto bloccato

Tutto ha avuto inizio quando il malcapitato risparmiatore ha partecipato a un seminario a Helsinki, legato alle sue attività lavorative. Tornato a casa, ha richiesto il rimborso delle spese di viaggio anticipato con la propria carta di credito. Fin qui, nulla di insolito. Tuttavia, è stata la scelta delle parole nella causale del bonifico a innescare una serie di eventi problematici. L’uomo ha inserito nella causale la dicitura “hama-seminaari”, che in finlandese significa “seminario hama”, riferendosi all’acronimo ufficiale delle aree rurali a bassa densità abitativa, “harvaan asutusta maaseudusta”. Non avrebbe mai immaginato che tale dicitura potesse attivare un sistema di allerta.

Conto corrente
L’incubo del conto corrente bloccato – (sardegnaoggi.it)

Il termine “hama” è stato frainteso dalla banca come un possibile riferimento a “Hamas”, l’organizzazione palestinese nota a livello globale. Questo fraintendimento ha attivato un allarme nei sistemi di controllo bancario, imponendo il blocco immediato del conto corrente del cliente. Da quel momento, l’uomo si è trovato coinvolto in un lungo iter burocratico per dimostrare la legittimità della sua transazione.

La situazione si è ulteriormente complicata a causa della lentezza nella risposta da parte della banca. Nonostante i ripetuti tentativi di contattare l’istituto di credito per chiarire l’equivoco, il risparmiatore ha dovuto attendere quasi quattro settimane prima di essere contattato per fornire spiegazioni. Durante questo periodo, ha inviato numerose richieste di assistenza, cercando disperatamente di sbloccare il conto e accedere ai suoi fondi.

Solo l’intervento diretto del datore di lavoro, che ha contattato l’altra banca coinvolta nella transazione, ha permesso di avviare il processo di risoluzione del problema. Tuttavia, l’entità del disagio subito dal cliente non può essere sottovalutata. La banca, finalmente resa consapevole dell’errore, ha riconosciuto l’equivoco e ha sbloccato i fondi, offrendo una compensazione di 100 euro per il disagio arrecato.