Importanti aumenti per le pensioni a partire dal prossimo anno. Ecco le categorie coinvolte.
Quando si parla di pensioni in Italia, si entra in un mondo che, per molti, sembra un labirinto senza uscita. Tra sigle, leggi e mille dettagli burocratici, è facile sentirsi persi. Però, alla fine, questa rete di protezione esiste per un motivo fondamentale: aiutare le persone quando non possono più lavorare o si trovano in difficoltà. E sì, dietro questo sistema ci sono diverse categorie di pensioni che rispondono a bisogni differenti.
Per esempio, c’è la pensione di anzianità, quella che permette, dopo una vita passata a lavorare, di mettersi finalmente comodi. Poi c’è la pensione di invalidità, per chi purtroppo non ha più la capacità fisica o mentale di continuare a svolgere un mestiere. Ci sono anche le pensioni assistenziali per chi non ha alcun tipo di reddito e, infine, le pensioni ai superstiti, un aiuto economico per i familiari di chi è venuto a mancare.
Insomma, è un sistema complesso che guarda alla storia lavorativa delle persone. In linea di massima, maggiore è stato il reddito degli ultimi anni di carriera, più alta sarà la pensione. Ma, come spesso accade in Italia, le cose non sono sempre così semplici come sembrano.
A occuparsi di tutto questo c’è l’INPS, ovvero l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. In pratica, l’INPS è quella sorta di “cassaforte” dove finiscono i contributi versati durante la vita lavorativa e da cui, una volta maturati i requisiti, si preleva la pensione. Fondata nel lontano 1898 come Cassa nazionale per l’invalidità e la vecchiaia, ha cambiato nome nel 1944 diventando ciò che conosciamo oggi.
Un passaggio chiave nella sua storia è avvenuto nel 1989, quando una legge ha distinto chiaramente tra previdenza e assistenza. Questo è servito a rendere più chiara e trasparente la gestione dei fondi. Da una parte i soldi destinati a chi ha versato contributi, dall’altra quelli per chi ha bisogno di aiuto, ma senza aver lavorato. Sembra banale, ma non lo è affatto!
La vera novità riguarda proprio il prossimo anno. A partire dal 2025, sono previsti significativi aumenti per alcune categorie di pensionati. In particolare, i beneficiari saranno le persone con gravi disabilità. Gli aumenti saranno tutt’altro che simbolici: si parla di cifre comprese tra i 400 e gli 850 euro al mese. Un bel salto, ma attenzione: solo chi ha una invalidità totale e rispetta certi limiti di reddito potrà accedere a questo beneficio. Se invece l’invalidità è parziale, purtroppo, non ci saranno grandi novità. Per dare un’idea più concreta: chi nel 2024 avrà un reddito personale sotto i 9.555,65 euro e un reddito familiare inferiore a 16.502,98 euro potrà ricevere questi aumenti già dai 18 anni.
Questo cambiamento è frutto di una recente decisione della Corte Costituzionale. E c’è un’altra novità, anche se più modesta, per chi ha già compiuto 80 anni e necessita di assistenza continua. Nel 2025, infatti, l’indennità di accompagnamento (che oggi è pari a 531,76 euro) riceverà un piccolo ritocco: si parla di un aumento di appena 1 o 2 euro. Sì, è vero, sembra quasi una presa in giro considerando le necessità di chi si trova in queste situazioni. Però, come si suol dire, è pur sempre un inizio.
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