Riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, perché il tribunale di Lucca si è rivolto alla Corte Costituzionale?

Vincenzo Miri, difensore della coppia di madri dinanzi al Tribunale di Lucca e presidente di Rete Lenford, commenta: “Si tratta di uno snodo giudiziario importantissimo, ottenuto dopo anni di battaglie giudiziarie in tutta Italia e volto a superare l’indirizzo della Cassazione”

Torna di nuovo davanti alla Corte costituzionale la legge 40 sulla fecondazione assistita. Il Tribunale di Lucca ha sollevato una nuova questione di costituzionalità per il riconoscimento dei figli a una coppia omosessuale, rifacendosi al “monito della Corte costituzionale“. La notizia dell’ordinanza del Tribunale lucchese è stata resa nota dalla Rete Lenford, un’associazione di avvocati per i diritti Lgbti+, che assiste le due madri nel processo. Il Tribunale ha sospeso il giudizio e trasmesso gli atti alla Consulta perché si pronunci sulla legittimità costituzionale degli art. 8 e 9 della legge 40/2004 e dell’art. 250 codice civile laddove “impediscono l’attribuzione al nato dello status di figlio anche alla madre intenzionale” non solo a quella biologica.

La causa

La causa riguarda il riconoscimento della “bigenitorialità piena” da parte di due donne su un figlio nato con procreazione medicalmente assistita ma “risente di rilevanti lacune normative“, scrive il tribunale. In altri casi simili la questione “è stata risolta diversamente in giurisprudenza, registrandosi un orientamento maggioritario contrario ed un orientamento minoritario favorevole al riconoscimento della cosiddetta maternità intenzionale“.

Famiglia
Famiglia | unsplash @Alexander Grey – Sardegnaoggi.it

I giudici chiedono alla Consulta di vagliare “la compatibilità costituzionale” della norma laddove “attribuisce alla madre e al padre di riconoscere il figlio, nella misura in cui impediscono al nato con procreazione medicalmente assistita l’attribuzione dello status di figlio” cioè se la condizione di genitore possa valere anche per la “madre intenzionale’ che, insieme alla madre biologica, abbia prestato il consenso alla pratica di fecondazione” o se le norme impongano la cancellazione dall’atto di nascita del riconoscimento compiuto dalla madre intenzionale.

Nel 2019 una simile questione di legittimità era stata sollevata dal tribunale di Padova. Il collegio di Lucca dunque “reputa necessario rimettere nuovamente alla Corte la questione, volendo porre l’attenzione sul disomogeneo intervento dei sindaci come ufficiali di stato civile”, i quali “hanno adottato, nel silenzio del legislatore, soluzioni distinte per casi speculari“: “in alcuni casi hanno rifiutato l’iscrizione anagrafica anche della madre intenzionale nell’atto di nascita”, “in altri hanno ritenuto legittima l’iscrizione“. Altre Procure avevano chiesto ai Tribunali di cancellare il nominativo della madre intenzionale dagli atti di nascita di diversi bambini.

La Rete Lenford nella difesa delle coppie di madri colpite dai ricorsi delle Procure, ha costituito un team di lavoro e ha avviato la campagna nazionaleAffermazione Costituzionale“. Il Tribunale di Lucca ha accolto pienamente la prospettazione di Rete Lenford. “La tutela dei figli e delle figlie di due madri non può più subire l’incertezza di disordinate soluzioni giurisprudenziali, ma la Corte costituzionale deve fare chiarezza con una pronuncia efficace per tutte le coppie di madri e non solo per quelle coinvolte nel ricorso di Lucca“, spiega l’associazione di avvocati.

Le parole dell’avvocato

Vincenzo Miri, difensore della coppia di madri dinanzi al Tribunale di Lucca e presidente di Rete Lenford, commenta: “Si tratta di uno snodo giudiziario importantissimo, ottenuto dopo anni di battaglie giudiziarie in tutta Italia e volto a superare l’indirizzo della Cassazione. Dal 2020, infatti, la Corte di cassazione ha sempre individuato nell’adozione l’unico strumento a disposizione della madre intenzionale per tutelare i propri figli e le proprie figlie, ma non ci siamo mai arresi e abbiamo continuato a denunciare in ogni sede i gravissimi limiti della cosiddetta stepchild adoption”.

“Dopo un lunghissimo percorso giudiziario, che ha attraversato tantissimi tribunali italiani, dovrà ora intervenire la Consulta, con una decisione che sarà efficace per tutte le famiglie italiane con due mamme o due papà, perché i bambini non possono più subire gli effetti di posizione politiche ideologiche e discriminatorie. Esprimo un grandissimo ringraziamento a tutto il team di lavoro e all’associazione Edge, che ha subito supportato la campagna ‘Affermazione costituzionale’, oggi, per così dire, ‘arrivata a destinazione’. È ben possibile che anche altre Corti, tra cui quella di Venezia chiamata a decidere sui noti casi di Padova relativi alla cancellazione della madre intenzionale per 38 bambini, seguano la via indicata dal Tribunale di Lucca. Confidiamo che la Consulta accolga la questione di legittimità, restituendo uguaglianza a tutte le famiglie ed eliminando una situazione giurisprudenziale di intollerabile caos, che angoscia troppe famiglie, colpevoli soltanto di essere tali“, ha aggiunto l’avvocato.