L’omaggio di Laika e Arcigay alla scrittrice e attivista Michela Murgia è stato realizzato sulla facciata della sede del municipio V di Roma
Il sorriso di Michela Murgia ora decora la facciata del municipio V in via Torre Annunziata, a un’altezza di 22 metri. L’opera, creata dalla street artist Laika in collaborazione con Arcigay, è un omaggio alla scrittrice e attivista scomparsa lo scorso 10 agosto.
Questo murale è stato realizzato nonostante le critiche di Fratelli d’Italia e Pro Vita & Famiglia: “Chiunque passi di qui deve sapere che questo è il municipio dei diritti,” ha dichiarato il minisindaco Mauro Caliste durante l’inaugurazione dell’opera, giovedì 11 luglio. L’evento ha attirato una grande folla, che non si è lasciata intimidire dalle temperature che sfioravano i 40 gradi.
Il murale dedicato a Michela Murgia: come è nata l’opera e le critiche
Filippo Riniolo, consigliere municipale di Roma Futura, ha spiegato a RomaToday la genesi dell’opera: “Pietro Turano di Arcigay ci ha chiesto un muro in cui realizzare un murale per Michela Murgia. Con il presidente Caliste ci siamo subito messi a lavoro e abbiamo pensato alla facciata della sede municipale di via Torre Annunziata. Così abbiamo anche mostrato da che parte stiamo”.
Ovvero, come sottolinea Caliste “dalla parte dei diritti. Chi si è opposto al murale ha detto che è di parte e che Murgia è un personaggio divisivo. A loro vorrei chiedere: ma i diritti sanciti dalla Costituzione sono forse di parte? Perché è per difendere i diritti che Michela Murgia si è battuta”.
A prendere la parola anche Pietro Turano di Arcigay: “Questo è uno dei giorni più emozionanti della mia vita. La destra ha attaccato l’opera perché evidentemente non ha gli strumenti per decodificare i messaggi che Michela ci ha trasmesso. Ci hanno detto che sfruttiamo un bene comune, ma evidentemente fraintendono il significato di bene comune: queste strade, questi muri appartengono a chi li abita. E questo murale, oltre che a Michela Murgia, è dedicato alle donne e agli uomini vittime del patriarcato, a chi rifiuta le derive autoritarie della destra”.
Turano ha invitato sul palco l’artista Laika, autrice del maxi murale. Notando la presenza di esponenti della sinistra come Elly Schlein e Laura Boldrini, Laika ha lanciato un appello: “La sinistra deve tornare a sostenere i lavoratori e i diritti civili, non limitarsi alle passerelle”.
Caliste ha risposto prontamente: “La sinistra sta già lavorando molto e i risultati iniziano a vedersi”. Lorenzo Terenzi, marito di Murgia, ha partecipato all’evento, dicendo: “Penso che quest’opera le sarebbe piaciuta molto”.
Guardando il murale, ha aggiunto: “È stata scelta una foto che adoro e che ho avuto la fortuna di scattare. Spero che chi passa qui si guardi dentro e trovi la forza di sviluppare il proprio io”. Marilena Grassadonia, responsabile dell’ufficio Lgbt+ del comune di Roma, ha definito la scrittrice ritratta “una donna che ci ha insegnato a difendere le proprie idee attraversando tempo e spazio”.
“Noi – ha continuato il sindaco – andremo avanti con la gioia rivoluzionaria del Pride. Stiamo facendo di tutto per una città amica della comunità Lgbtq+, una battaglia per dare più diritti a tutti”. Presente all’inaugurazione anche l’assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor.
Il giorno dell’inaugurazione del murale, l’associazione antiabortista Pro Vita & Famiglia ha criticato duramente l’opera e i suoi sostenitori. In particolare, il sindaco Gualtieri è stato accusato di aver sostenuto l’omaggio a Murgia realizzato da Laika, la quale è stata accusata di “atti vandalici” contro la sede di Pro Vita.
“È scandaloso – afferma il presidente Antonio Brandi – che questa iniziativa propagandistica miri a coinvolgere le scuole locali in attività di sensibilizzazione su Michela Murgia. È grave che l’ideatrice del murale si compiaccia che l’opera sia posizionata proprio davanti a una scuola, sperando di influenzare i giovani. Questo rivela le intenzioni di indottrinamento politico tramite la propaganda di una figura radicale e orientata su istanze Lgbtqia+ e abortiste. Gualtieri e Arcigay hanno oltrepassato il limite ancora una volta; è ora di smettere di usare Roma come campo di rieducazione gender, fomentando un clima di odio e violenza contro chi ha opinioni diverse”.