Se stai pensando di andare in Sardegna per le tue vacanze, non limitarti alle spiagge: c’è un elefante che merita di essere vistato!
Tutti sappiamo per cosa è famosa la Sardegna: le sue spiagge attirano turisti da ogni angolo del mondo. Tuttavia, l’isola offre anche una ricchezza di storia e cultura che spesso viene messa da parte perché magari la nostra attenzione viene catturata dalla zona marittima dell’isola. Ebbene, oltre alla fascia costiera ci si può spingere anche verso i borghi presenti in Sardegna che rimarranno sicuramente impressi nella mente per ciò che offrono.
In particolare, tra i numerosi borghi che spiccano in questa meravigliosa regione abbiamo Castelsardo. Questo borgo, che si trova sulla costa settentrionale della Sardegna, si affaccia sul magnifico Golfo dell’Asinara. Esso non solo offre panorami mozzafiato ma ha una storia particolare e presenta una curiosità che forse non conosci: un elefante di pietra che sta quasi a guardia del borgo. Andiamo a scoprire da vicino di cosa si tratta.
Castelsardo è un vero e proprio gioiello tra i “Borghi più belli d’Italia”, un titolo che gli è valso grazie alla sua ricca eredità storica e architettonica. Il centro storico si arrampica sulle pendici di una collina, dove svetta l’antico Castello dei Doria. All’interno del castello si trova il Museo dell’Intreccio Mediterraneo, un omaggio all’arte tradizionale dell’intreccio delle fronde di palma nana, ancora praticata dalle donne locali. Ma Castelsardo non è solo storia medievale. Nei dintorni del borgo, è possibile esplorare siti archeologici risalenti al periodo nuragico, come il villaggio situato sulla cima di Monte Ossoni.
A pochi passi dal borgo, si trova un’attrazione che catturerà la vostra attenzione: un gigantesco elefante di pietra. Questa curiosa formazione naturale è un masso di trachite e andesite, modellato dalle intemperie nel corso di millenni fino a assumere la forma di un elefante seduto. Al suo interno, custodisce due domus de janas, cioè antiche sepolture scavate nella roccia risalenti al periodo prenuragico. Le domus de janas, o “case delle fate”, infatti, sono strutture funerarie tipiche della Sardegna preistorica.
La prima domus de janas situata all’interno dell’elefante di pietra è la più antica delle due. Questa sepoltura, situata nella cavità superiore del masso, è composta da tre vani. Tuttavia, il passare del tempo ha danneggiato significativamente questa tomba, e non vi sono resti di decorazioni scultoree rimasti. In contrasto, la seconda sepoltura è più recente e meglio conservata. Situata in una cavità inferiore del masso, questa domus è costituita da diverse celle, alcune delle quali hanno conservato decorazioni significative. In particolare, è stata rinvenuta una protome bovina, un elemento decorativo che rappresenta la testa di un bovino e che ha permesso agli archeologi di datare la tomba alla prima metà del III millennio a.C.
Si può dire che la figura dell’elefante di pietra è avvolta da una certa aura di mistero. La scoperta delle domus de janas all’interno dell’elefante ha offerto agli studiosi un’importante finestra sul passato della Sardegna. Le tombe, infatti, non solo raccontano delle pratiche funerarie dell’epoca, ma offrono anche indizi sulle credenze e le tradizioni delle antiche popolazioni sarde. Quindi, se ti trovi nei paraggi ti consigliamo di visitare questo posto, ne varrà sicuramente la pena!
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