Se passate da Firenze non potete non fare una capatina presso una delle circa 150 “buchette del vino” del capoluogo toscano
Sono tornate in auge, soprattutto nei mesi più difficili della pandemia da Covid-19, quando, cioè, la nostra socialità era pesantemente minata dal rischio contagio e quindi dovevamo fare di necessità virtù, per via di restrizioni e coprifuoco. Parliamo delle “buchette del vino” di Firenze. La loro storia è molto curiosa e molto affascinante. Ripercorriamola insieme.
Negli anni più difficili della pandemia, dunque, alcuni esercenti hanno ripreso a utilizzarle per servire non solo vino, ma anche caffè, gelato e altri prodotti, garantendo il distanziamento sociale. Questi piccoli passaggi non sono solo una finestra sul passato, ma dimostrano anche come l’ingegno di un tempo possa essere reinterpretato in chiave moderna, mantenendo intatto il legame con la storia.
Le buchette del vino non sono solo una curiosità architettonica, ma raccontano un pezzo della storia economica e sociale di Firenze. In un’epoca in cui i commerci avvenivano con metodi diversi dagli attuali, queste aperture rappresentavano una forma innovativa di distribuzione del vino, rendendo più accessibile un prodotto prezioso. Oggi, le buchette sono un’attrazione che affascina i visitatori con la loro storia e il loro aspetto pittoresco, contribuendo a mantenere viva la memoria di antiche tradizioni fiorentine.
Nel cuore di Firenze, le “buchette del vino” rappresentano una tradizione unica che affonda le sue radici nel Rinascimento. Queste piccole finestre ad arco, presenti sulle facciate di molti palazzi storici, nascono come pratico strumento per la vendita diretta del vino. Le nobili famiglie fiorentine, che producevano vino nelle loro tenute, le utilizzavano per vendere il prodotto direttamente ai loro concittadini senza passare attraverso mercanti o intermediari. Attraverso queste aperture, il vino veniva servito in fiaschi o bottiglie.
La diffusione delle buchette del vino risale principalmente al XVII secolo. Oltre a essere un simbolo di efficienza commerciale, rappresentavano anche una soluzione igienica durante periodi di epidemie, consentendo la consegna del vino con un contatto umano minimo. Attualmente, le buchette del vino sono oggetto di grande interesse storico e culturale.
Sono circa 150 quelle rimaste visibili a Firenze, sebbene la loro funzione originaria sia andata perduta per molto tempo. Negli ultimi anni, grazie all’interesse di appassionati e storici, è nata un’associazione – l’Associazione Buchette del Vino – che si occupa di preservare e promuovere la conoscenza di questo patrimonio architettonico. L’associazione si dedica alla ricerca, al restauro e alla diffusione della storia legata alle buchette, organizzando tour e iniziative che coinvolgono sia i residenti che i turisti.
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