5 milioni di anni fa nel Mediterraneo si verificò una grave crisi che lo portò quasi a sparire. Ecco finalmente scoperto il perché
Il Mar Mediterraneo si estende per oltre 2 milioni di km², sviluppandosi tra Europa, Africa Settentrionale e Asia Occidentale. E’ connesso all’Oceano Atlantico attraverso lo stretto di Gibilterra. La popolazione degli stati del ‘bacino del Mediterraneo‘, si aggira attorno alle 450 milioni di unità.
L’etimologia del nome ‘Mediterraneo’ deriva dal termine latino ‘mediterraneus‘, che vuol dire letteralmente ‘in mezzo alle terre’. E’ considerato culla di alcune delle civiltà più influenti della storia dell’umanità come i Fenici, i Minoici e i Micenei.
Il clima mediterraneo è caratterizzato da estati calde e asciutte con inverni ed autunni maggiormente piovosi. Dal punto di vista puramente geografico, l’evaporazione e il ridotto apporto di acque fluviali rendono il Mediterraneo in costante deficit idrico. La carenza viene compensata dell’Oceano Atlantico che vi riversa annualmente oltre 1000 km3 d’acqua attraverso lo stretto di Gibilterra.
A causa, principalmente, di eventi sismici, furono numerosi gli episodi di evaporazione che riguardarono il Mediterraneo nel corso dei millenni, trasformandolo in una vera e propria distesa desertica. La più grave di queste crisi di salinità è stata per lungo tempo oggetto di studi scientifici, senza mai riuscire ad individuare con esattezza quali fossero state le cause alla base dell’episodio.
La più preoccupante crisi di salinità mai avvenuta nel Mediterraneo?
Circa 5,5 milioni di anni fa, infatti, un evento geologico eccezionale ha colpito il Mar Mediterraneo ed è stato, solo in tempi più recenti, finalmente chiarito dalla comunità scientifica. L’avvenimento è noto come ‘crisi di salinità del messiniano‘ e comportò l’evaporazione del 70% circa del volume d’acqua del mare, oltre che la formazione di uno strato di sale spesso oltre 3 km che ricoprì totalmente il fondale. L’episodio fu causato dalla chiusura dello stretto di Gibilterra ed uno studio guidato dal CNRS (Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica francese) ha permesso, grazie all’analisi di alcuni cristalli di sale, di identificarne le cause ed esplicarne le conseguenze apportate alla regione a livello geografico, geologico e climatico.
I ricercatori hanno esaminato il cloro (che compone il sale) estratto proprio dai fondali mediterranei, arrivando alla conclusione che l’evento geologico fosse stato costituito di più fasi: la prima ebbe durata pari a circa 35 mila anni, interessando soprattutto la zona ad est del mare, mentre nel corso della seconda, proseguita per meno di 10 mila anni, la problematica si estese all’intero Mediterraneo, comportando un abbassamento totale di 1,7-2,1 chilometri nell’area orientale e circa 0,85 nella fascia occidentale.
Le drastiche conseguenze
Parlando puramente il termini di dati, la conseguenza principale, nell’immediato fu la perdita dell’oltre 70% d’acqua. Lo studio ha messo in evidenza come l’abbassamento del livello del mare sia stato il principale fattore ad apportare profonde conseguenze sugli animali terrestri e sul paesaggio costiero.
Ad esempio, la minor pressione esercitata dall’acqua sulla crosta terreste innescò, infatti, eruzioni vulcaniche localizzate. L’eccezionale evaporazione causò, invece, un’immensa area di bassa pressione atmosferica, che portò ad una maggior instabilità nei paesaggi climatici di tutto il mondo, caratterizzati, negli anni a venire, da piogge e temporali incessanti, nevicate e addirittura cicloni.