Originario di Galatina (in provincia di Lecce), ha lavorato nel campo degli impianti tecnologici e delle energie rinnovabili prima di avvicinarsi alla politica
Ieri, mercoledì 12 giugno, durante il dibattito sul ddl sull’Autonomia differenziata ci sono stati dei disordini all’interno della Camera dei Deputati. Per criticare l’iniziativa e il suo probabile impatto negativo sul Mezzogiorno, gli esponenti dell’opposizione hanno mostrato il tricolore e si sono messi a cantare l’inno nazionale. Dopodiché, il parlamentare del Movimento 5 Stelle Leonardo Donno si è avvicinato a Roberto Calderoli, il ministro per gli affari regionali e le autonomie, per consegnargli una bandiera dell’Italia ed è stato fermato dai commessi. Sono intervenuti anche alcuni membri della Lega che hanno circondato il pentastellato per spintonarlo e strattonarlo. Inoltre, il deputato Igor Iezzi si è fatto strada tra la folla per colpire Donno con due pugni. L’esponente del M5S si è accasciato a terra ed è stato portato fuori dall’aula in sedia rotelle.
Donno è nato il 21 luglio 1985 a Galatina, in provincia di Lecce. Si è diplomato in un istituto tecnico commerciali e per alcuni anni ha lavorato nell’azienda di famiglia, attiva nel settore degli impianti tecnologici e delle energie rinnovabili. Si è messo in proprio del 2013, quando ha avviato un’impresa specializzata in climatizzazione, riscaldamento ed energie rinnovabili.
Nel 2018 si è candidato alle parlamentarie del Movimento 5 Stelle e ha ottenuto 216 preferenze, per poi essere eletto nel collegio plurinominale Puglia – 02. Ha mantenuto l’incarico fino al 2022 e nel corso del suo mandato ha proposto varie leggi ed emendamenti, tra cui quelli per ridurre l’Iva sui veicoli elettrici per disabili e stabilizzare il personale sanitario. A giugno 2022, il presidente Giuseppe Conte gli ha conferito l’incarico di Coordinatore Regionale del Movimento 5 Stelle per la Puglia. Alle ultime elezioni politiche è stato rieletto deputato per un secondo mandato. Da febbraio 2022 ha iniziato a frequentare un corso di laurea in scienze politiche.
In seguito all’aggressione subita nella Camera dei deputati, Donno ha rilasciato alcune dichiarazioni. “Ho preso un pugno che mi ha sfiorato la faccia dal deputato Iezzi, altri ci hanno provato come Mollicone e Candiani. Poi sono arrivati tanti altri, i commessi…io sono crollato, sentivo male al petto e facevo fatica a respirare”, ha raccontato. Donno ha anche dichiarato di essersi sottoposto all’elettrocardiogramma per verificare le sue condizioni di salute e ha affermato che sporgerà denuncia nei confronti di chi l’ha aggredito. “Ne parlerò con i miei legali e acquisirò le immagini”.
Parlando del tentativo di consegnare la bandiera italiana a Calderoli, Donno ha detto che il suo “era un gesto tranquillo, pacifico, ci sono le immagini. Poi è accaduto il finimondo. Non è stata una rissa, che prevede più persone che si picchiano, c’è stata una aggressione squadrista da più deputati di destra che hanno provato in tutti i modi a raggiungermi, lo hanno fatto con calci e pugni. Devo ringraziare gli assistenti parlamentari, non oso immaginare se non ci fossero stati, mi hanno protetto da questo violenza inaudita”. Donno ha riferito che alcuni parlamentari hanno continuato a insultarlo mentre veniva scortato fuori dall’aula in carrozzina, urlandogli “buffone” e “co***one”.
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