“Prima di tutto ci terrei a dire di che cosa non abbiamo parlato oggi, non abbiamo parlato di questioni di partito perché abbiamo chiuso tutto lunedì scorso a Bruxelles, dove ho reso chiaro che noi seguiamo i nostri interessi nazionali e non possiamo far parte di una famiglia politica di cui fanno parte un partito romeno che è anti-ungherese”. Con queste parole il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha aperto la conferenza stampa a Palazzo Chigi, dopo l’incontro con la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Le dichiarazioni di Orbán, riferite al partito europeo di Meloni, hanno evidenziato le tensioni esistenti tra i due leader, rivelando più disaccordi del previsto.
La questione dei “top jobs” e l’Ucraina
Orbán ha sottolineato la sua posizione chiara riguardo alla cooperazione tra i partiti di destra europei: “Questa è la nostra posizione molto chiara – ha ribadito il premier ungherese – siamo stati d’accordo lunedì a ribadire che, nonostante ciò, ci impegniamo tutti alla cooperazione e alla collaborazione tra i partiti di destra europei senza far parte della stessa fazione”. Tuttavia, Orbán non ha risparmiato critiche sulla gestione dei “top jobs” europei, evidenziando una mancanza di inclusività: “Ora ci sono tre partiti che formano una coalizione e dividono i top jobs europei, non coinvolgono gli altri e questa filosofia non corrisponde alla collaborazione europea… Il progetto della Ue non era questo, era di coinvolgere tutti, grandi e piccoli”.
Sul conflitto russo-ucraino, Meloni ha riconosciuto le divergenze tra Italia e Ungheria: “Con il primo ministro ungherese Viktor Orbán abbiamo anche discusso ovviamente del conflitto in Ucraina. Sappiamo molto bene che le nostre posizioni non sono sempre coincidenti… Con Viktor in ogni caso abbiamo ribadito l’indiscusso sostegno alla sovranità, all’indipendenza, all’integrità territoriale dell’Ucraina”.
Immigrazione e demografia
Su temi come la crisi demografica e l’immigrazione, Meloni e Orbán hanno trovato un terreno comune. Meloni ha elogiato l’attenzione dell’Ungheria sulla demografia: “Sono molto contenta che la Presidenza di turno ungherese abbia deciso di porre questa questione tra le sue priorità”. Entrambi i leader hanno sottolineato l’importanza di un nuovo approccio europeo per gestire i flussi migratori, concentrandosi sulla difesa dei confini esterni dell’UE e sulla cooperazione con i Paesi di origine e transito. Orbán ha dichiarato: “Noi appoggiamo tutto ciò che la premier italiana ha proposto, una strategia di sviluppo paneuropea per lo sviluppo dell’Africa… secondo i nostri calcoli nei prossimi 20 anni la popolazione dell’Africa aumenterà di 750 milioni di persone”.
Balcani occidentali e competitività
Infine, Orbán ha espresso forte disappunto per i ritardi nell’adesione dei Paesi dei Balcani occidentali all’UE: “È da vergognarsi che questi Paesi che si sono presentati per aderire alla Ue aspettano da 15 anni e due mesi… Penso che questo sia inaccettabile”. Il premier ungherese ha inoltre lanciato l’idea di un “Accordo europeo sulla competitività” per rafforzare l’economia europea e garantire che l’industria e la transizione green non compromettano la competitività del continente: “Sia italiani che ungheresi hanno interesse che l’economia europea sia di successo e sia competitiva”. L’incontro tra Meloni e Orbán ha messo in luce le divergenze ma anche i punti di convergenza tra i due leader, delineando una complessa trama di rapporti all’interno dell’UE.