Oggi, 25 giugno, si celebra la Giornata Mondiale dei lavoratori marittimi. Vediamo tutto ciò che c’è da sapere a proposito di questa ricorrenza
Ogni 25 giugno, in tutto il mondo, ricorre la Giornata Mondiale dei lavoratori marittimi (o Giornata Mondiale del Marittimo), un’occasione unica per celebrare il duro lavoro portato avanti da tutte le persone coinvolte in questo settore. Inoltre, festeggiare questa giornata vuol dire anche porre l’attenzione sui problemi e sulle mancanze che danneggiano tutti i lavoratori in mare. In questo articolo vedremo, quindi, le origini di questa ricorrenza, le curiosità a proposito e tutto ciò che c’è da modificare e migliorare per garantire la salute mentale e fisica a questi lavoratori, troppo spesso dimenticati dai più.
L’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite, ha istituito la Giornata Mondiale dei lavoratori marittimi, inaugurata per la prima volta nel 2011. Questa giornata ha l’obiettivo di sensibilizzare le persone sull’importanza di sostenere e valorizzare i lavoratori di questo settore, figure fondamentali per l’industria globale del commercio e dei trasporti. La ricorrenza serve anche per ricordare che molti dei beni e dei prodotti utilizzati quotidianamente sono resi disponibili grazie al lavoro dei marinai e delle persone di mare.
La Giornata Mondiale dei lavoratori marittimi affonda le sue radici nell’anno precedente alla sua nascita, nel 2010, quando una risoluzione fu adottata dalla Conferenza delle Parti della Convenzione Internazionale sugli standard di formazione, certificazione e guardia dei marittimi (STCW). Dopo essere stata istituita, questa giornata è stata inclusa nell’elenco delle celebrazioni annuali delle Nazioni Unite. È dedicata alla discussione di temi cruciali come i diritti, la salute e la sicurezza dei marinai e dei marittimi.
Ogni anno, il tema di questa giornata cambia, affrontando questioni significative come “La gente di mare: al centro del futuro della navigazione marittima”, oppure “I volti del mare” e ancora “Un futuro equo per i marittimi”.
La Giornata Mondiale del Marittimo, come abbiamo detto in apertura di articolo, non è solamente un momento per celebrare il prezioso lavoro svolto in mare, ma rappresenta anche un’opportunità speciale per mettere in luce le problematiche e le lacune legate a questa professione, cercando soluzioni e miglioramenti nelle condizioni di lavoro, formazione, sicurezza e equità.
Non si può, infatti, ignorare il fatto che centinaia di migliaia di marittimi operano oltre il tempo di servizio stabilito in mare, spesso affrontando difficoltà finanziarie mentre cercano di guadagnare il proprio sostentamento attraverso il lavoro marittimo.
Questa Giornata è un segno di riconoscenza e gratitudine verso la gente di mare di tutto il mondo per il loro essenziale contributo al commercio marittimo internazionale, all’economia globale e alla società civile.
La figura del lavoratore marittimo non si limita ai marinai, ma include una vasta gamma di professionisti: dall’equipaggio delle navi ai piloti nei porti, dal personale dei pescherecci agli italiani impiegati su navi di bandiera estera, fino ai dipendenti delle Ferrovie dello Stato sui traghetti, e molti altri.
In Europa, l’Italia ospita circa 3.000 pescherecci, numero che la posiziona al secondo posto dopo la Spagna. È quindi di cruciale importanza affrontare la questione della tutela dei lavoratori nei pescherecci italiani per l’economia nazionale. Le ONG da tempo chiedono miglioramenti nelle condizioni di lavoro dell’equipaggio sui pescherecci a lungo raggio, esercitando pressioni sui governi, sui produttori e sui grandi marchi.
La Convenzione ILO C188 sul lavoro nella pesca, adottata nel 2007, ha servito da base per lo sviluppo di vari standard privati che implementano i principi dell’ILO, facilitando attività di verifica e certificazione.
L’obiettivo di questa ricorrenza è promuovere una maggiore consapevolezza tra gli operatori e attirare l’attenzione dei media e dei consumatori verso lo sviluppo sostenibile. Il settore ittico è cruciale per l’Unione Europea, dato che rappresenta una parte significativa dell’industria alimentare con circa 350.000 persone impiegate nella pesca e nell’acquacoltura. Il valore aggiunto lordo del trattamento dei prodotti ittici, inoltre, costituisce il 6% dell’intera industria alimentare.
L’UE importa prodotti ittici per 25 miliardi di euro e ne esporta per 4,7 miliardi di euro. Numerose aziende europee catturano e lavorano una parte sostanziale della loro produzione al di fuori dell’UE, con un grande numero di lavoratori nel mondo dedicati alla fornitura di prodotti ittici per il mercato europeo.
Nonostante i dati economici positivi, come abbiamo detto, ci sono gravi problematiche sociali in questo settore. Lo sfruttamento dei lavoratori marittimi, inclusi lavoratori migranti nelle acque territoriali dell’UE e la mancanza di uguaglianza sociale, sono questioni rilevanti. Le aziende che operano al di fuori dell’UE possono beneficiare di costi inferiori derivanti da standard sociali più bassi, minando la concorrenza leale.
Inoltre, la sicurezza sul lavoro è spesso compromessa, con condizioni di lavoro pericolose e poco attrattive per i giovani, nonostante la produzione di alimenti altamente nutrienti e a bassa emissione di carbonio.
Questi problemi derivano dalla mancanza di adeguata considerazione delle legislazioni sui prodotti ittici e dalla scarsa rappresentanza dei lavoratori nelle decisioni politiche e gestionali, nelle organizzazioni dei produttori nell’UE e nei settori di produzione e lavorazione fuori dall’UE.
La bassa sindacalizzazione dei lavoratori della pesca porta a una scarsa rappresentanza nelle sedi critiche dove si prendono decisioni nel settore, favorendo così violazioni dei diritti del lavoro. La sindacalizzazione nel settore ittico europeo, infatti, è diminuita rispetto al passato, ostacolata dall’accesso limitato e dalla difficoltà di comunicazione con i lavoratori migranti. Anche i piccoli pescatori autonomi nell’UE spesso non sono rappresentati sindacalmente.
La pesca è un patrimonio culturale e tradizionale di grande valore, supportato da diversi settori complementari come la produzione di mangimi per l’acquacoltura, la costruzione navale e il turismo. Tuttavia, è anche uno dei settori occupazionali più pericolosi in Europa, nonostante questa significativa rilevanza. Purtroppo, i finanziamenti per la formazione alla sicurezza sono ancora insufficienti.
È evidente che tra i marittimi rientrano tutti coloro che lavorano direttamente in mare, ma è altrettanto cruciale ricordare che la comunità marittima comprende anche chi lavora per il mare e con il mare, contribuendo così al benessere del nostro pianeta. E in questa giornata così speciale per loro, non possiamo fare altro che chiedere a gran voce che tutte le problematiche di questo settore vengano sistemate il prima possibile.
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