Pixar conquista il mondo con Inside Out 2: ecco i sequel più apprezzati e il segreto del successo della Pixar

Inside Out 2 è campione di incassi e risolleva le sorti di Pixar che non sempre ha fatto centro con i sequel, ecco i migliori di sempre

Inside Out 2 è campione di incassi in tutto il mondo. Il seguito del film d’animazione Made in Pixar il cui primo film risale addirittura al 2015, ha sbancato il botteghino con un totale di 30 milioni di euro raggiunti dopo il secondo weekend di programmazione.

Si tratta del film d’animazione più visto in assoluto in Italia, nonché il primo film del 2024 ad aver superato il miliardo d’incassi su scala internazionale.

In questo nuovo capitolo, Riley entra nell’età dell’adolescenza e in questa fase transitoria importante subentrano nuove emozioni: imbarazzo, noia, invidia e ansia. Il viaggio nella mente della protagonista è anche un viaggio nella nostra, alla scoperta di emozioni che conosciamo bene anche noi e a cui ci piace poter dare un volto.

Ma se da un lato Pixar può ritenersi soddisfatta, possiamo dire che può anche fare un sospiro di sollievo, soprattutto se pensiamo che non sempre i sequel che ha realizzato sono stati un successo.

Approfittiamo di questa occasione per ricordare quali sono stati i sequel dei film Pixar ad incassare di più, cercando di evitare di pensare a flop come Lightyear – La vera storia di Buzz, uno spin off di Tok Story che non è stato molto apprezzato né dal pubblico né dalla critica.

I migliori sequel Made in Pixar

La Pixar ha spesso un problema con i sequel, che risultano troppo disancorati dal racconto originario, diventando una sorta di capitolo a sé stante, non sempre ben riuscito.

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Cars 2 e Cars 3 sono tra i sequel Pixar che hanno ottenuto più successo – Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 – sardegnaoggi.it

Tuttavia Toy Story 2 e Toy Story 3 sono stati molto apprezzati, soprattutto perché Pixar è riuscita a dare una maggiore profondità psicologica e di “recitazione” ai personaggi animati. Anche Toy Story 4, Cars 2, Cars 3, Montsters University e gli Incredibili 2 sono stati dei grandi successi che hanno portato la Pixar all’apice del successo tra il 1995 e il 2010.

Tuttavia, nonostante siano stati ben accolti dal pubblico, i numeri parlano chiaro e testimoniano che non sono riusciti a superare il successo dei film originali. Basti osservare la quantità di merchandising venduti dei sequel rispetto a quelli del film originale.

Alla ricerca di Dory nel 2016 è uno dei lungometraggi più recenti realizzati da Pixar e, in questo caso, vuoi per l’ambientazione e per la presenza del tema dell’amicizia e della famiglia, sembra mantenere un filo conduttore più spesso con il primo film: Alla ricerca di Nemo.

Pixar Animation Studios: chi sono davvero coloro che ci lavorano?

Il fatto che la Pixar vada contro corrente quando si tratta di realizzare sequel, prequel o spin off, ovvero che li disancori dai capitoli precedenti o successivi rendendoli una sorta di film a sé stante con dei volti noti, è una caratteristica che può piacere o meno della casa produttrice ma che ne denota uno stile particolare e distintivo.

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Pixar: tra genio creativo e lavoro di squadra – sardegnaoggi.it

Per capire meglio il motivo dell’unicità di Pixar basta considerare che questa casa di produzione cinematografica statunitense, specializzata in animazione digitale di proprietà della The Walt Disney Company è in realtà uno studio di creativi.

Al suo interno, per la realizzazione di ogni film, vi è un regista e un board di registi, ognuno al lavoro su un film diverso ma nello stesso tempo si ritrovano spesso tra loro per consulenze anche sugli altri film di produzione Pixar, e questo non succede per nessun’altra casa di produzione.

Questo vuol dire che le idee in Pixar si sommano, si mescolano e ogni film diventa stratificato e variegato come solo un progetto creativo condiviso può essere. Tanto che, spesso, si ritrovano a stravolgere l’intera trama di un film a poco tempo dall’uscita. Rischioso? Forse, ma a quanto pare sembra valerne la pena se dallo studio Pixar escono grandi successi come quello di Inside Out 2.

Questo approccio al lavoro, tuttavia, si dimostra brillante soprattutto per inventare un nuovo mondo iniziale, ovvero per il primo film. A seguire, Pixar sembra lasciarsi travolgere dalla propria creatività, venendo meno alla continuità con i film precedenti. Tranne questa volta.

Qualche accenno storico sulla Pixar

La storia di Pixar ebbe inizio nel 1979, quando “The Graphics Group” nacque come una divisione della Lucasfilm.

Questa piccola sezione era parte della Computer Division e aveva il compito di sviluppare nuove tecnologie grafiche per migliorare gli effetti speciali dei film.

Fu in questo periodo che iniziò a formarsi il nucleo di quello che sarebbe diventato Pixar. Nel 1986, un giovane visionario di nome Steve Jobs, ancora fresco della sua uscita da Apple, acquistò The Graphics Group da Lucas per 10 milioni di dollari vedendoci lungo.

Jobs trasformò questa divisione in una società indipendente e le diede il nome di Pixar. Il nome fu scelto proprio perché suonava come una parola spagnola che significava “fare pixel”.

La missione era una sola: creare animazioni digitali che avrebbero rivoluzionato il modo di fare cinema. E così è stato.

Il primo vero e proprio successo di Pixar è stato Toy Story che risale al 1995 ed è il risultato della collaborazione con Disney cominciata nel 1991. Dopo alcuni contenziosi tra Steve Jobs e l’allora CEO di Disney, la compagnia Walt Disney acquistò nel 2006 Pixar per la modica cifra di 7,4 miliardi di dollari in azioni.

Un successo di squadra

Perché questo piccolo excursus sulla storia di Pixar e sul suo modo di intendere i sequel? Perché per apprezzarne davvero le opere bisogna scavare a fondo.

Sapere che dietro ogni film d’animazione Pixar c’è un lavoro di squadra fatto da geniali menti creative che non hanno paura di andare contro corrente, nati come una piccola sezione di una grande azienda e diventati ad oggi una delle case di produzione più famose e apprezzate del mondo. Conoscere la storia di Pixar fa apprezzare ancora di più le sue creazioni.

Così il successo di un film non è riconducibile ad un unico regista ma all’intera casa di produzione, esattamente come è successo durante la Mostra del Cinema di Venezia nel 2009, quando venne consegnato un Leone d’Oro onorario a tutto lo studio Pixar e non ad un singolo regista.

Questa volta l’inventiva, la creatività e il lavoro di squadra hanno ripagato Pixar si trova in cima alle classifiche con uno dei sequel più apprezzati nella storia del cinema: Inside Out 2.

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