A 88 anni ci ha lasciati un attore che ha scritto un capitolo indelebile della storia del cinema, ecco chi era Alain Delon
Alain Delon, nato l’8 novembre 1935 a Sceaux, una piccola città nei pressi di Parigi, è stato uno degli attori più iconici del cinema francese ed internazionale.
Attore, regista e produttore cinematografico francese, a lui il mondo del cinema deve moltissimo.
La sua recente scomparsa a causa di un linfoma che dal 2018 lo aveva obbligato a ritirarsi dalle scene, segna la fine di un’era, ma il suo lascito cinematografico continuerà a vivere e ad essere ricordato.
Scopriamo chi era Alain Delon tra bellezza disarmante, talento nella recitazione e film di fama internazionale.
Alain Delon è stato molto più di un semplice attore: è stato un simbolo di eleganza, bellezza e mistero.
Grazie al suo viso angelico, gli occhi color ghiaccio e quello stile misterioso e solitario, Delon incarnava il prototipo dell’uomo affascinante, magnetico e con quella punta di “cattivo ragazzo” che lo ha reso un sex symbol a livello internazionale.
Quello che non tutti sanno è che Delon all’età di 17 anni si arruolò nella marina militare francese e venne congedato nel 1956. Da quel momento il carismatico e affascinante giovane Delon cominciò a frequentare l’ambiente parigino e a muovere i suoi primi passi nella recitazione, raggiungendo l’apice del suo successo negli anni ’60.
Alain Delon è stato l’incarnazione perfetta dell’eroe tragico, tormentato e solitario, spesso ritratto in ruoli di anti-eroe, incarnando il classico fascino del male, capace di fare mettere in discussione i valori di ogni spettatore.
La sua carriera è stata costellata da interpretazioni indimenticabili che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del cinema, come ad esempio nelle pellicole: “Rocco e i suoi fratelli”, “Il Gattopardo”, “L’eclisse”, “La piscina” e “Frank Costello faccia d’angelo”.
Alain Delon è stato un vero e proprio punto di riferimento per migliaia di giovani attori che hanno preso spunto proprio dal suo talento e dal suo carisma e che ne hanno inseguito le tracce per rappresentare i loro personaggi.
Il suo stile, la sua presenza scenica e la sua capacità di interpretare personaggi complessi e misteriosi, hanno fatto di lui uno dei principali esponenti del cinema del suo tempo.
Il suo fascino magnetico, unito a una personalità forte e a tratti controversa, ha reso Delon una leggenda del cinema che sicuramente verrà ricordata anche a distanza di anni dalla sua morte.
La sua vita privata, spesso al centro dell’attenzione mediatica tra gossip e dicerie sulla sua vita sentimentale, non ha fatto altro che alimentare il mito, contribuendo a creare un’aura di fascino intorno alla sua figura.
In occasione della sua morte non sono mancate le dediche e i pensieri delle persone che lo hanno conosciuto e che hanno voluto ricordarlo con un messaggio di cordoglio, come ad esempio Sophia Lauren:
“La notizia della scomparsa di Alain mi ha molto rattristato. Prima che un collega è stato un caro amico. Ti vorrò sempre bene. Ciao Alain”
O ancora il messaggio della cantante francese Mireille Mathieu:
“Il Gattopardo si è appena ritirato. Alain Delon, una star fondamentale conosciuta in tutto il mondo, rimarrà per sempre l’icona del nostro cinema francese con una presenza, una statura, una bellezza e un’eleganza incomparabili che suscitano ammirazione.”
Tra i film più significativi di Alain Delon, è impossibile non menzionare “Rocco e i suoi fratelli” (1960) di Luchino Visconti, un dramma familiare dove Delon ha regalato una delle sue interpretazioni più intense e commoventi.
In questo film, Alain Delon interpreta Rocco, un giovane meridionale che si trasferisce a Milano con la famiglia in cerca di una vita migliore e più porte aperte. Il film esplora le dinamiche familiari, i conflitti sociali e l’alienazione, tutte tematiche che Delon riesce a trasmettere con una profondità straordinaria, dando prova del suo talento.
Nei panni di Jef Costello in “Frank Costello faccia d’angelo” (1967), diretto da Jean-Pierre Melville, Alain Delon si mostra in una veste nuova. Il personaggio di Jef Costello, con il suo comportamento austero e il suo codice d’onore personale, è diventato un esempio intramontabile del cinema noir. Tutt’ora viene considerato uno dei film più rappresentativi e convincenti dell’attore francese.
“Il Gattopardo” (1963), sempre diretto da Luchino Visconti, è un altro dei capolavori a cui Delon ha prestato il suo volto e il suo talento. Nei panni di Tancredi, l’ambizioso nipote del principe, Delon ha incarnato l’essenza di un’aristocrazia decadente e affascinante, rendendo pienamente giustizia all’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa da cui il film è tratto.
Si tratta solo di tre esempi di una carriera brillante che lo ha visto recitare e dirigere diverse produzioni: sono circa circa 80 i film in cui ha recitato, due le sue produzioni da regista: Per la pelle di un poliziotto e Braccato, per innumerevoli le opere teatrali a cui ha preso parte.
Tra i riconoscimenti ricevuti segnaliamo la candidatura ai Golden Globe del 1964 come “Miglior attore debuttante” per Il Gattopardo e la “Palma d’oro onoraria” al Festival di Cannes.
Alain Delon rimarrà per sempre un esempio di eleganza, talento e carisma.
La sua innegabile bellezza era solo un contorno, infatti Alain non era solo un bel volto, ma soprattutto un attore di talento, in grado di trasformare ogni gesto, ogni espressione, ogni bacio appassionato, ogni boccata di sigaretta, in un racconto a sé stante, denso di significato ed emozione.
La sua morte di ieri ci ha sconvolti ma ci ha permesso anche di riavvolgere il nastro e rendere omaggio ad un attore dalla carriera straordinaria.
Ci piace pensare che in ogni film abbia lasciato un po’ di sé stesso, del suo carisma e della sua personalità, in modo tale da non doverlo salutare per sempre, ma poterlo ritrovare in tutta la sua bellezza e talento nei film che ha aiutato a fare diventare intramontabili.
Nel ricordo di Alain Delon, possiamo solo celebrare la sua vita e la sua carriera straordinaria, consapevoli che il suo contributo all’arte cinematografica non è scomparso con lui.
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