Oasis, la reunion è ufficiale: quando il gruppo si sciolse e perché

Oasis, la reunion è ufficiale: nel 2025 tour negli stadi nel Regno Unito e in Irlanda, si parte il 4 luglio da Cardiff di nuovo insieme dopo 15 anni

Prima esaltazione, poi angoscia: le montagne russe di emozioni opposte che solo gli Oasis sanno creare. L’esaltazione globale è esplosa dopo l’annuncio ufficiale della reunion tanto attesa da 16 anni dai milioni di fan della band di Manchester.

L’angoscia che è seguita riguarda la corsa al biglietto, che sarà durissima. I fratelli Liam e Noel Gallagher hanno annunciato 14 date, tutte nel Regno Unito e in Irlanda, poche nonostante le location enormi capaci di ospitare decine di migliaia di persone.

La reunion ufficiale degli Oasis: perché il gruppo si sciolse?

Nell’estate del 2025, gli Oasis suoneranno il 4 e 5 luglio a Cardiff (Principality Stadium), l’11, 12, 19 e 20 luglio a Manchester (Heaton Park), il 25 e 26 luglio e il 2 e 3 agosto a Londra (Wembley Stadium), l’8 e 9 agosto a Edimburgo (Scottish Gas Murrayfield Stadium), e il 16 e 17 agosto a Dublino (Croke Park). Non saranno gli headliner del festival di Glastonbury, come si vociferava, né suoneranno in 10 date consecutive a Wembley e all’Etihad Stadium.

I fratelli Gallagher avevano anticipato la notizia sui social media nei giorni scorsi, condividendo una clip con la data “27.08.24” nello stesso font del logo degli Oasis sui rispettivi account, così come sugli account ufficiali della band. La clip è stata anche mostrata alla fine del set principale di Liam al Reading Festival lo scorso weekend, dove ha dedicato il loro B-side del 1994 Half the World Away a Noel, e Cigarettes & Alcohol del 1994 a chi dice di odiare gli Oasis.

Oasis, la reunion è ufficiale: quando il gruppo si sciolse e perché
Oasis, la reunion è ufficiale: quando il gruppo si sciolse e perché – Des Willie//Getty Images

 

Parlando dei dettagli di questa reunion: cinque città, tra stadi e parchi, con le vendite dei biglietti che inizieranno il 31 agosto alle 10 del mattino (ora italiana) sui seguenti siti: Ticketmaster UK (tranne per le date irlandesi), Gigs and Tour (tranne per le date irlandesi), SEE Tickets (tranne per le date irlandesi), Gigs in Scotland (solo per Edimburgo), Ticketmaster IE (solo per Dublino).

Sarà possibile acquistare fino a quattro biglietti per persona. Ci si aspetta che durante il click day di sabato i biglietti vadano esauriti in pochi minuti, come accaduto per l’Eras Tour di Taylor Swift. Il tour arriva 16 anni dopo lo scioglimento della band, quando Noel Gallagher se ne andò dopo una delle tante liti con il fratello Liam prima di un live a un festival francese, e 30 anni dopo l’uscita del loro secondo album, (What’s the Story) Morning Glory? del 1995.

A differenza del tour in corso di Liam Gallagher per il 30° anniversario del debutto della band nel 1994 con Definitely Maybe, la scaletta per gli spettacoli della reunion del 2025 non dovrebbe essere incentrata su quell’album. Riguardo alla decisione dei fratelli Gallagher, notoriamente in forte conflitto tra loro, di riunirsi, il comunicato spiega: “Non c’è stato nessun grande momento rivelatore che ha innescato la reunion, solo la graduale consapevolezza che il momento giusto era arrivato”. E aggiunge: “Le armi sono state deposte. Le stelle si sono allineate. La grande attesa è finita. Venite a vederci dal vivo. (Il tour) Non sarà trasmesso in televisione”.

Cosa sono stati gli Oasis per la musica e per almeno due generazioni (la Generazione X e i Millennials) lo sa chi li ama, ma lo intuisce anche chi li ha sempre osservati da lontano. La storia della band, poi ex band, poi ancora band, e infine band divisa in due, tagliata a metà dai due fratelli, amici e poi nemici, è leggendaria.

Quell’album d’esordio, Definitely Maybe, è stato creato da cinque “loser” del sobborgo di Burnage, a Manchester, un luogo che Noel ha descritto come “una piccola città di m…a dove succede di tutto”. Erano irlandesi di seconda generazione, provenienti dalla classe operaia, che usavano i soldi dell’assistenza governativa per comprare sigarette, droghe e pinte di birra nel fine settimana, prima di tornare ai loro lavori frustranti, che sembravano non offrire alcuna via d’uscita.

Come scrive Alex Niven nel suo libro 33 ⅓ su Definitely Maybe, i ragazzi degli Oasis erano “l’emblema della demoralizzazione socio-economica causata dalle politiche conservatrici inglesi dell’ognuno per sé degli anni ’80 e dei primi anni ’90”. Come disse una volta Noel: “Da dove vengo io, le persone non diventano rock star. Era qualcosa che accadeva ad altri”.

C’è un certo snobismo e arroganza negli Oasis, una band nata in una casa popolare che cantava di voler far parte di una grande rock’n’roll band e non solo ci riusciva, ma viveva quel sogno fino in fondo. Per molti di noi, cresciuti nella provincia degli anni ’80 e ’90, loro rappresentavano un pezzo delle nostre speranze e dei nostri sogni. Erano come noi: credevano in loro stessi e nelle loro canzoni, e guardate quanto lontano sono arrivati. Certo, ci sono sempre stati i drammi, le risse sui traghetti e le botte con le mazze da cricket che alla fine hanno ostacolato il loro cammino e portato, pian piano, alla fine.

Ma, in un certo senso, questa è anche la rara magia al centro degli Oasis: l’attrito, la tensione, l’amore e l’odio, che si intrecciano continuamente. Questo mix di sentimenti contrastanti è ciò che li ha resi unici e immortali nel cuore di tanti fan.

È la voce di Liam, cruda, gutturale e spavalda. Sono le melodie e i testi di Noel, a volte solitari e dolorosi, altre volte potenti, travolgenti, carichi di energia, speranza e chiarezza, tanto da far sì che perfetti sconosciuti nei pub si abbraccino ancora per cantare ogni parola di Don’t Look Back in Anger.

La realtà è che chi riuscirà ad accaparrarsi un biglietto vorrebbe cantare abbracciato a sconosciuti, mentre quegli ex ragazzi delle case popolari trasportano indietro nel tempo, in un periodo in cui il mondo era là fuori ad accogliere e tutto sembrava bruciare di speranza

Come sia andata la storia di ognuno di quelli che saranno in quegli stadi la prossima estate, non possiamo saperlo. Ma ritrovarci lì ci farà sentire che, in qualche modo, qualcosa di speciale è ancora possibile.

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