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Spettacolo e Cultura

Beatles, il primo club dove suonarono ora si può affittare su Airbnb

Vivi l’esperienza unica di dormire nel primo club dei Beatles, il Casbah Coffee Club, ora su Airbnb. Un tuffo nella storia della musica

La famosa canzone “In My Life” dei Beatles inizia con le parole: “There are places I remember all my life, though some have changed…”. Tra i luoghi che John Lennon evocava con nostalgia, ce n’è uno che ancora pulsa di storia, di musica e di ricordi: il Casbah Coffee Club nel cuore di Liverpool. Questo luogo leggendario, dove i Beatles hanno mosso i loro primi passi, non è solo un capitolo importante nei libri di storia della musica, ma è diventato una destinazione per un soggiorno speciale. Da qualche settimana, chi lo desidera può pernottare nel primo club dei Beatles, ora disponibile su Airbnb.

Liverpool, il primo club dove suonarono i Beatles si può affittare su Airbnb

Nel 1959, Mona Best, madre del primo batterista dei Beatles, Pete Best, trasformò il seminterrato della sua casa in un punto d’incontro per i giovani appassionati di musica. Così nacque quasi per caso il Casbah Coffee Club, che in breve tempo divenne il trampolino di lancio per quello che sarebbe diventato il fenomeno musicale più influente della storia. Qui, tra pareti umide e note rimbombanti, si esibirono per la prima volta i Quarrymen, la band in cui Lennon suonava insieme a un giovanissimo Paul McCartney e George Harrison. I Quarrymen tennero ben 13 concerti lì, prima che i Beatles prendessero il loro posto, suonando più di 40 serate e trasformando il Casbah in un luogo di culto.

Beatles, il primo club dove suonarono ora si può affittare su Airbnb: quanto costa una notte? – Wikimedia Commons @Capitol Records – Sardegnaoggi.it

 

Paul McCartney, ricordando quei giorni, lo descrisse come “il nostro club personale“, un posto dove i sogni si fondevano con la musica e dove ogni sabato sera era sinonimo di festa. Oggi, quella stessa atmosfera sembra rivivere nelle stanze convertite in suite di lusso, ciascuna dedicata a un membro della band: la McCartney, la Lennon, la Harrison, e la Sutcliffe, in onore di Stuart Sutcliffe, il primo bassista del gruppo.

C’è però un dettaglio che distingue queste stanze: manca una suite dedicata a Ringo Starr. Non per qualche disputa o rivalità, come chiarisce Roag Best, fratello minore di Pete e attuale custode di questo patrimonio musicale, ma semplicemente perché Ringo non era ancora nella band quando il Casbah raggiunse il suo massimo splendore. Le camere, quindi, raccontano la vera storia dei Beatles, quella degli inizi, dei sogni condivisi e delle prime note suonate tra le mura del club.

Il prezzo per vivere questa esperienza irripetibile si aggira sui 145 euro a notte, una cifra che permette ai fan più accaniti di immergersi in una dimensione dove passato e presente si fondono in un unico momento. Le pareti delle stanze raccontano storie, decorate con foto d’epoca, poster originali e strumenti appesi, mentre il seminterrato è rimasto intatto, come allora, con le batterie ancora in bella vista e la scritta “John I’m back” incisa sul soffitto, un omaggio a quel passato che ancora vive in ogni angolo.

Questa trasformazione, avviata nel 2020 da Pete Best e suo fratello Roag, rappresenta non solo un tributo alla madre Mona, ma anche un’opportunità per i fan di tutto il mondo di vivere un’esperienza unica. «I Beatles hanno suonato qui, i Beatles hanno festeggiato qui e i Beatles hanno dormito qui», dice con orgoglio Pete, oggi 82enne. E in effetti, per chiunque varchi la soglia del Casbah, l’emozione è tangibile. Dormire nelle stanze dove i Fab Four hanno iniziato il loro viaggio verso la leggenda è un po’ come far parte di quella storia, rivivendo i momenti che hanno cambiato per sempre il volto della musica.

Così, mentre Liverpool si specchia nel fiume Mersey, il Casbah Coffee Club continua a brillare come una gemma nascosta, pronta ad accogliere nuovi visitatori, nuovi sogni, nuove storie da raccontare. Luoghi speciali come questo non smettono mai di vivere, proprio come le note dei Beatles che ancora risuonano nell’aria.

Giulia De Sanctis

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