Maria Lai, una delle figure più emblematiche dell’arte contemporanea sarda, ha sempre avuto un rapporto speciale con il gioco, un tema che ha permeato la sua vita e la sua opera. La testimonianza che lascia ci porta a riflettere più a fondo su come il gioco possa essere considerato una forma autentica di arte.
Con la sua affermazione “Giocavo con grande serietà, a un certo punto qualcuno i miei giochi li ha chiamati arte“, la artista ha schiuso una porta su un mondo dove il ludico incontra il creativo. Proprio sulla scia di questa visione, da ieri, 23 novembre 2023, il museo CaMuc di Ulassai ospiterà una mostra intrigante intitolata “Il gioco dell’arte“. Una mostra che promette di essere un viaggio immersivo nel mondo di Maria Lai e dei suoi contemporanei, rimanendo aperta fino al 28 febbraio 2025.
La mostra “Il gioco dell’arte” è stata voluta con passione dall’amministrazione comunale di Ulassai, affiancata da un comitato scientifico sotto la guida di Gianni Murtas. Questo progetto è molto più di una semplice esposizione; è un’iniziativa che si propone di approfondire vari temi e risultati artistici di numerosi autori, frutto di un percorso condiviso nella recente Biennale d’arte contemporanea. Questa Biennale, avviata con una prima esposizione nel giugno scorso e chiusa nei primi giorni di ottobre, ha creato un ponte temporale tra il passato dell’arte di Maria Lai e le novità della contemporaneità. È un’idea potente, che unisce generazioni di artisti, e porta alla luce un nuovo modo di concepire l’arte stessa.
L’ambiente del museo CaMuc, situato in un edificio che Maria Lai aveva idealmente eretto come un museo della sua visione artistica, offrirà un palcoscenico perfetto per le opere in mostra. Durante l’inaugurazione, i visitatori non solo osserveranno delle opere d’arte, ma entreranno in contatto con l’essenza del gioco che per Lai era più di un passatempo, ma un mezzo di esplorazione e comunicazione. L’arte del gioco sarà, quindi, il fil rouge dell’esposizione, un invito a riflettere sul potere evocativo di ogni singolo pezzo esposto.
La Biennale ha preso vita con l’aspirazione di rendere Ulassai un centro di riferimento per l’arte contemporanea. Gianni Murtas, direttore artistico del progetto, spiega che sin dalla conclusione della prima edizione della Biennale, è sorta l’idea di sviluppare ulteriormente le linee di ricerca artistiche emerse. Un cammino che non vuole stravolgere, ma anzi amplificare la visione originaria che Maria Lai aveva sulla sua terra e sulle sue opere. Saranno sei gli artisti selezionati, molti dei quali hanno costruito la loro carriera soprattutto a Milano, con stili e linguaggi molto diversi, ma tutti con un legame profondo che li unisce. Le radici figurative delle loro creazioni saranno rivelate come un mosaico in continua evoluzione che naviga tra il moderno e il postmoderno.
In questo senso, l’arte diventa un mezzo di connessione, creando legami che si intrecciano come i nodi che sono il simbolo dell’opera di Maria Lai. L’omaggio non è scontato, ma viene attuato attraverso un filo orchestrato di tessitrici e tessitori, artisti che, con il loro lavoro, onorano l’eredità di Lai. Questa idea di ricamo e tessitura non è solo un’espressione artistica, ma anche un modo per sottolineare la bellezza della sega dell’arte, che si allontana dalle convenzioni per abbracciare l’essenza del gioco.
Ulassai, un piccolo comune avvolto dalla bellezza della natura, si sta quindi preparando a diventare un faro per l’arte contemporanea, non solo in Sardegna, ma a livello più ampio. L’amministrazione locale, insieme alla Stazione dell’Arte, ha intrapreso azioni culturali significative, cercando di riflettere una visione che si distacca dal semplice turismo per diventare un polo di attrazione culturale. Gli approfondimenti e le iniziative come la Biennale sono solo il primo passo. La volontà di creare un’eredità duratura e di trasformare Ulassai in una fucina creativa è forte.
In questo contesto, la mostra “Il gioco dell’arte” appare come un’espressione tangibile di questa nuova direzione. Con i suoi eventi, Ulassai non solo celebra il passato di Maria Lai, ma invita anche il presente e il futuro a prendere parte a un clima artistico vibrante. Le opere esposte non sono soltanto pezzi da ammirare, ma invitano a una riflessione su cosa significhi davvero giocare; un’opportunità per riunire comunità, artisti e visitatori in un’unica esperienza condivisa. Arte, gioco e comunione: i temi si intrecciano, dando vita a un dialogo che, certamente, durerà nel tempo.
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