La crescita, gli anni difficili, le origini. Cosa sappiamo sulla prima italiana a raggiungre la finale di Wimbledon
All’inizio degli anni 2000, Jasmine Paolini, una bambina di sei anni, si trovò di fronte a una scelta cruciale: nuoto o tennis? In quel momento, non avrebbe mai immaginato che quella decisione avrebbe cambiato la sua vita e la storia del tennis italiano femminile. Spinta dal padre Ugo e dallo zio Adriano, Jasmine decise di prendere in mano una racchetta e iniziò il suo viaggio sui campi in terra battuta del TC Mirafiume a Bagni di Lucca. Oggi, la nuova finalista di Wimbledon, sta dimostrando di aver fatto la scelta giusta, conquistando il mondo del tennis anche sull’erba.
La storia di Jasmine Paolini affonda le sue radici in una decisione presa oltre 30 anni fa, quando la madre Jacqueline Gardinier, insieme a una cugina, decise di trasferirsi in Italia dalla Polonia. Jacqueline, di origini polacche e ghanesi, incontrò Ugo Paolini a Bagni di Lucca, dove lui gestiva un bar e lei lavorava come cameriera. Jasmine nacque il 3 gennaio 1996, e giovedì scorso i genitori erano nel box del Centre Court dell’All England Club, insieme al fratello minore William, vivendo con il batticuore ogni momento della semifinale contro Anna Vekic.
Sin da subito, Jasmine mostrò una passione innata per il tennis. Tuttavia, fino all’età di 14-15 anni, il sogno di diventare una professionista sembrava lontano. Nonostante fosse forte e si allenasse ogni giorno per un’ora e mezza, la scuola richiedeva gran parte del suo tempo. Allenandosi a Forte dei Marmi sotto la guida di Marco Picchi e Ivano Pieri, Jasmine sentì parlare del Centro Federale a Tirrenia. Fu Pieri a suggerirle di tentare quell’opzione, aprendo così nuove possibilità per la giovane tennista.
Il trasferimento a Tirrenia segnò un punto di svolta nella carriera di Paolini. Qui, sotto la guida di Antonio Cannavacciuolo e Daniele Ceraudo, Jasmine migliorò non solo tecnicamente ma anche fisicamente. L’arrivo di Tathiana Garbin e, successivamente, l’incontro con Renzo Furlan, furono determinanti per la sua crescita. Nel 2015, iniziò a collaborare part-time con Furlan, che aveva impegni anche con la federazione serba. Nonostante ciò, Jasmine cominciò a farsi notare, vincendo titoli ITF a Locri nel 2013 e a Viserba nel 2014.
Tra il 2017 e il 2019, Jasmine si avvicinò alla top-100 mondiale, ma la continuità nei risultati mancava. Tuttavia, con l’arrivo della pandemia, il rapporto con Furlan divenne a tempo pieno, portando a una crescita esponenziale. Nel 2021, Jasmine vinse 20 partite, conquistò il torneo di Portoroz e raggiunse la semifinale a Courmayeur, avvicinandosi alla top-50. Il 2022 fu un anno altalenante, ma nel 2023, con l’ingresso nella top-30 e la finale della Billie Jean King Cup, la sua carriera prese il volo.
Il 2024 si sta rivelando un anno straordinario per Jasmine Paolini. Dopo aver raggiunto gli ottavi agli Australian Open e vinto il torneo di Dubai, Jasmine ha conquistato due finali Slam, garantendosi un posto nella top-5 del ranking mondiale. Questo incredibile percorso dimostra come la nuova stella del tennis italiano sia frutto di duro lavoro, scelte coraggiose e persone giuste al momento giusto.
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