Parigi 2024, nelle discipline di nuoto in vasca battere i vari record del mondo è complicatissimo! E la motivazione è ben precisa
Già nei giorni antecedenti l’inizio dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, molti atleti impegnati nelle gare di nuoto in vasca si erano lamentati di un aspetto ben preciso: la difficoltà nel nuotare ad alte velocità. Una volta iniziate le competizioni ufficiali, un dato impietoso ha dato ragione a questi atleti: i tempi registrati sono nettamente più alti rispetto a quelli visti nel corso del resto della stagione. Ma qual è la ragione che si nasconde dietro a queste difficoltà?
Ecco perché non vedremo nessun nuovo record del nuoto in vasca a Parigi
Il nostro Thomas Ceccon, al termine della staffetta 4X100 stile libero, andata in scena sabato scorso, è stato il primo a sollevare il problema della difficoltà nel replicare i ritmi del resto della stagione a Parigi. Dopo di lui altri atleti hanno fatto da eco a questa polemica, alimentando le teorie e le suggestioni a riguardo. Adesso, finalmente, siamo a conoscenza del vero problema: la bassa profondità della vasca. Vediamo nel dettaglio come questo fattore influenza la velocità degli atleti.
Cosa comporta una vasca poco profonda
La vasca olimpica di Parigi è considerata “lenta” a causa, come abbiamo detto, della sua minore profondità. La piscina della Défense Arena, infatti, ha una profondità di soli 2,15 metri, inferiore ai tre metri raccomandati da World Aquatics per le competizioni internazionali. Questa profondità è anche al di sotto del limite di 2,5 metri stabilito dalla federazione mondiale per ospitare gare internazionali, ma la piscina parigina è stata approvata quando il limite era di soli due metri.
Una vasca con una profondità ridotta provoca un maggiore ritorno delle onde generate dagli atleti, rallentandone il movimento. Le correnti create dai nuotatori di solito si disperdono verso il fondo della piscina. Tuttavia, in una vasca poco profonda, le onde tendono a riflettersi maggiormente sulla superficie, interferendo con la nuotata degli atleti.
A Parigi, lo stile più influenzato e “rallentato” sembra essere la rana, specialmente durante la vasca di ritorno. La finale maschile dei 100 metri rana di domenica è stata infatti la più lenta in questa specialità dai Giochi di Atene 2004: l’oro è stato vinto con un tempo di 59”03, che alla vigilia sarebbe stato solo il decimo miglior tempo della stagione, un risultato che normalmente non sarebbe bastato per accedere alla finale.
È comunque necessario dire che, nonostante le palesi difficoltà, sono stati già battuti alcuni record olimpici (l’ultimo ieri sera da Daniel Wiffen nella gara degli 800 metri stile libero), e che quindi non è impossibile pensare che, prima o poi, possa essere conquistato anche un nuovo record mondiale.
C’è, inoltre, un precedente importante che può regalare un po’ di fiducia per i prossimi giorni di gare. Ai Mondiale in vasca corta di Huangzhou, nel 2018, la vasca era profonda solamente 2,20 metri, circa quanto quella di Parigi, ma nonostante questo in quell’occasione caddero ben nove record del mondo.
La sentenza, quindi, è rimandata alle prossime gare in programma.