Le scene di maltrattamento sui cavalli mettono in discussione la presenza degli sport equestri nelle prossime Olimpiadi
Alle Olimpiadi non partecipano solo atleti umani bensì anche i cavalli: compagni di squadra silenziosi, intelligenti ed empatici.Â
Gli sport equestri che si disputano durante i Giochi Olimpici sono il Salto Ostacoli, il Concorso Completo, il Pentathlon Moderno e il Dressage e sono stati inclusi nelle Olimpiadi proprio a Parigi nel 1900.
Da allora non hanno mai abbandonato la scena, dimostrando quanto questo animale sia a tutti gli effetti un atleta pronto a lavorare in squadra con il proprio cavaliere e creare il binomio perfetto per superare ogni ostacolo e affrontare ogni sfida.Â
I recenti casi di maltrattamento mettono a rischio gli sport equestri
Il mondo dell’equitazione ultimamente è finito sotto i riflettori in quanto una campionessa olimpica britannica, Charlotte Dujardin è stata squalificata dai Giochi di Parigi dalla FEI, ovvero la Federazione Equestre Internazionale, a causa di un video divulgato in modo anonimo che la ritraeva frustare ripetutamente un cavallo in arena durante una sessione di allenamento con un’allieva.
Questo video ha destato molto scalpore soprattutto tra gli animalisti e ha sollevato dubbi in merito allo stress fisico e psicologico che i cavalli devono subire per poter competere a un certo tipo di livello.Â
Non è la prima volta che viene messa in discussione la tutela dei cavalli in ambito agonistico, basti pensare alle Olimpiadi di Tokyo quando, durante la prova dell’equitazione del Pentathlon, l’amazzone tedesca Annika Schleu venne inquadrata mentre colpiva con violenza da sella il suo cavallo che si rifiutava di iniziare il percorso di gara, probabilmente a causa di un forte momento di stress e pressione a cui era stato sottoposto.Â
Tutto questo non mette in luce quelli che dovrebbero essere i lati positivi e istruttivi di uno sport come l’equitazione mettendo addirittura a rischio la presenza degli sport equestri nelle future Olimpiadi.
Nell’ottobre del 2023 il Comitato Olimpico ha deciso di eliminare la prova di equitazione dal Pentathlon Moderno a partire dai Giochi di Los Angeles del 2028. Che questo sia solo l’inizio e che gli sport equestri vengano del tutto cancellati? Potrebbe non essere una reale soluzione per tutelare davvero questi animali.
Equitazione: uno sport di pari opportunità e rispetto degli animali
L’equitazione è l’unico sport in cui uomini e donne possono gareggiare insieme, ad uno stesso livello, senza distinzioni.
Non si tratta di uno sport incentrato sulla forza ma sulla precisione, la perseveranza e la dedizione: basa la sua forza sul creare il binomio perfetto tra cavallo e cavaliere, che sia questo uomo o donna non fa alcuna differenza.Â
La corretta gestione del cavallo
Una corretta gestione del cavallo e un addestramento svolto in modo adeguato portano l’animale ad una forma fisica ottimale, preparandolo a tutti gli effetti, come un qualsiasi altro atleta, a scendere in campo per vincere.
Il fatto che il cavallo non abbia scelta e che non possa decidere per sé stesso ovviamente lo differenzia dagli altri atleti, ma bisogna tenere a mente alcuni concetti importanti:Â
- Il cavallo va sempre trattato con rispetto: bisogna prendersi cura del suo fisico ma anche della sua psiche, garantendogli tempi di riposo e permettendogli di vivere il più possibile liberamente anche quando si tratta di un animale che compete ad alti livelli, perché rimane e rimarrà sempre prima di tutto un animale con delle esigenze e solo successivamente un atleta.
- Insegnare ad ogni cavaliere ad ascoltare le esigenze del proprio animale e ad aspettare i suoi tempi senza sottoporlo a pressioni che il suo corpo e la sua mente in quel momento non sono in grado di sostenere.
- Guardare sempre al binomio e mai soltanto a una delle due componenti: affinché il binomio cavallo-cavaliere sia vincente occorre trovare il giusto equilibrio tra i due, occorre che tra di loro nasca un feeling tale da conoscersi nel profondo e fare del loro meglio insieme.Â
L’equitazione è uno sport di squadra in cui uno dei due membri non può dire la sua, ma ha tutto il diritto di fare capire come la pensa, e un buon cavaliere o un buon addestratore dovrebbero sempre tenere a mente questo aspetto, a prescindere del tipo di gara che sia sta disputando o dalla sua importanza.
Eliminare dai giochi olimpici gli sport equestri sarebbe una sconfitta e sarebbe una porta chiusa in faccia a tutti quei  cavalieri e addestratori che scelgono la strada giusta per allenarsi, quella fondata su rispetto e ascolto.
Cosa si può fare per tutelare maggiormente i cavalli pre e durante la gara?
Quello che ferisce nel constatare l’esistenza di maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti dei cavalli, anche tra coloro che dovrebbero essere d’esempio ai cavalieri più giovani, è il fatto che gli animali non possono esprimere il loro malessere o chiedere aiuto.
Tuttavia è possibile evitare che tutto questo accada facendo dei controlli più serrati e verificando con maggiore accortezza come questi animali vengono tenuti in sede di gara ma soprattutto nelle scuderie in cui vengono preparati alle gare.
Infatti, combattere il maltrattamento nelle arene è di gran lunga più semplice, ma la maggior parte dei casi di coercizione fisica e psicologica di questi animali avviene nei maneggi in cui vengono preparati: eliminare gli sport equestri dai giochi olimpici sarebbe semplicemente un nascondere sotto il tappeto il problema senza estirparlo alla radice.
Mobilitarsi per tutelare questi animali, premiando coloro che scelgono di rispettarli sarebbe, invece, un ottimo modo per riscattare l’immagine di questo sport, che merita di essere conosciuto e apprezzato per ciò che è in grado di insegnare.
Equità , rispetto, ascolto, condivisione, pazienza, sacrificio sono le parole d’ordine per creare il binomio perfetto ed è importante che qualsiasi cavaliere non lo dimentichi mai: che si tratti della bambina che si appresta a saltare i primi ostacoli della sua vita, o della campionessa olimpica che sta per portare a casa la sua ennesima medaglia.Â